Inter, Moratti a ruota libera. Da Berlusconi a Ronaldo, ne ha per tutti

di Diego De Cicco, pubblicato il: 13/04/2023

Inter, nella settimana della Champions League anche Massimo Moratti torna a parlare dei nerazzurri.
Lo fa concedendo un’intervista al quotidiano Libero in edicola oggi nella quale parla anche del suo rapporto con Silvio Berlusconi.

Tra i vari aneddoti che ha raccontato c’è stato quello relativo alla rivalità. Moratti confessa che è stato una delle spinte che lo ha portato a far bene. Il Milan quando lui è diventato il presidente dei nerazzurri era al massimo della sua espressione e ha dovuto cercare in tutti i modi di portare la sua squadra al livello dei rivali.

Inter, Moratti racconta della rivalità con Berlusconi e del percorso ispirato al padre. Il più forte di sempre? Ronaldo

A Moratti è stato chiesto quanto sia stato importante il lavoro fatto dal padre Angelo nel mondo del calcio e quanto abbia inciso sulla sua presidenza. L’ex patron ha risposto che nella sua carriera da numero 1 dell’Inter ha sempre avuto in mente il modo di lavorare del genitore. Un modo di essere vincente che ha fatto fatica a riportare. “Per me mio padre è stato imporantissima, ha rappresentato un esempio che mi ha consentito di vedere ciò che stavo per affrontare non come un’esperienza nuova ma come una continuazione che avevamo vissuto da ragazzi”.
Torna poi a spiegare il rapporto con l’ex presidente del Milan oggi patron del Monza. Con Berlusconi racconta che c’è sempre stato un rapporto di innegabile rivalità calcistica, ma anche di grande simpatia. Confessa che l’allora numero uno rossonero lo aveva messo in guardia sul futuro confessandogli che l’esser proprietario del Milan gli costava un sacco di soldi. Moratti sorridendo confessa che inizialmente non voleva crederci ma che poi ha visto nei fatti che aveva assolutamente ragione lui.
Alla domanda su chi sia stato più forte tra Ronaldo e Van Basten, Moratti non ha alcun dubbio. “Credo che Ronaldo sia stato il giocatore più forte che si è presentato in Italia nel dopoguerra”.

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