Il giocatore rossonero è entrato in coma: “Rissa in un bar, mi ha dato una testata” | Operato d’urgenza

I tifosi del Milan - Foto Lapresse - Interdipendenza.net
Il giocatore è entrato in coma dopo una rissa in un bar, una testata gli ha fatto perdere coscienza, il ricovero è stato immediato
Il Milan ha avuto nel corso della sua storia nel proprio organico sia dei fuoriclassi che delle meteore. Giovani promesse del mondo del calcio non hanno poi confermato con la maglia rossonera le prestazioni fornite con il club precedente, incapaci di gestire la pressione e il peso di fare parte dello spogliatoio di una delle società più vincenti d’Italia.
E c’è un calciatore, la cui carriera si è conclusa in seguito a un episodio drammatico. L’apice della sua parabola calcistica è stato con il Torino, dove ha militato per quattro stagioni, con i tifosi granata che lo ricordano soprattutto per la sfortuna traversa colpita nella finale di ritorno di Coppa Uefa contro l’Ajax.
Un altro momento indelebile è la vittoria dell’Europeo con l’Under 21, grazie al suo goal decisivo contro la Svezia. E così, dopo essersi messo in mostra nel capoluogo piemontese, viene messo sotto contratto dal Milan di Fabio Capello, con cui vincerà un campionato.
Non replicherà il rendimento avuto a Torino e da quel momento la sua carriera subirà un ridimensionamento, scendendo poi di categoria, fino a un fatto che stravolge la sua vita.
La rissa nel bar e poi il coma, il dramma dell’ex Milan
Lui è Gianluca Sordo che nel 2005 è stato coinvolto in una rissa in un pub, colpito con una testata al volto da due persone con precedenti penali, e lo racconta a Tuttomercatoweb: “Ho avuto un brutto episodio a Marina di Massa, sono andato in coma e sono finito in terapia intensiva”.
Oltre al dramma personale ciò che lo ha colpito è il mancato interesse da parte dei colleghi: “È stato un anno, un anno e mezzo tremendo per me, eppure dal mondo del calcio nessun supporto, zero. Nemmeno un telegramma, un messaggio. Eppure la notizia era uscita ovunque, non penso non sapessero dell’incidente. Persino il mio ultimo allenatore non si fece vivo“.

La mancanza totale di empatia ha colpito l’ex calciatore
Un comportamento che non può che provocare dispiacere data l’assenza di messaggi di vicinanza in un momento così tragico, considerando che il calciatore ha rischiato di morire a soli 36 anni.
Le porte del mondo del calcio sono state chiuse per sempre anche se resteranno i ricordi di una carriera di buon livello e la fortuna di avere vestito delle maglie prestigiose.