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Inter-Napoli, il solito problema: serve sempre la perfezione

Inter Napoli

Photo by Spada - LaPresse - Interdipendenza.net

Inter Napoli
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Il big match di ieri sera tra Inter e Napoli si è chiuso sull’1-1 e ha mantenuto invariate le distanze in classifica, con i partenopei che hanno mantenuto il primo posto a quota 26 e a +1 sul quartetto composto da Atalanta, Fiorentina e i nerazzurri. Una partita equilibrata e tesa, dove però ci sono state più mancanze dell’Inter che meriti del Napoli.

La tanto attesa sfida tra l’Inter e il Napoli non ha cambiato le gerarchie, non ha ristabilito recenti valori e ha rinviato a data da destinarsi una primo vero scossone Scudetto di questa Serie A mai così equilibrata nelle zone alte nelle ultime stagioni. I nerazzurri hanno perso l’occasione del sorpasso in vetta alla classifica, andando a sbattare contro un Napoli solido e arcigno e che è riuscito a strappare un pari pesante e che ha permesso alla formazione di Conte di chiudere in testa anche per la sosta di novembre.

Inter-Napoli, la “condanna” nerazzurra: serve andare solo al massimo o non si vince. E se l’attacco non gira…

Oggettivamente ieri si è vista una buona Inter, con Inzaghi che dopo le varie girandole di turnover nelle precedenti partite ha avuto modo di schierare quella che è la formazione tipo nerazzurra e con il rientro fondamentale al centro della difesa di Francesco Acerbi. L’Inter ci ha provato, tentando di impostare una partita di dominio del palleggio contro un Napoli che ha scientificamente scelto un approccio alla partita piuttosto passivo, con Conte che in fase di non possesso è riuscito ad ingabbiare Inzaghi schierandosi con un 4-5-1 molto solido, compatto e denso centralmente.

Questa semplice scelta tattica del Napoli è stata la chiave di una partita che l’Inter non è riuscita a giocare come avrebbe voluto. Il pressing medio alto dei partenopei ha creato problemi allo sviluppo della manovra nerazzurra, che ha avuto tempo di palleggiare solo nel primo possesso con i centrali di difesa. Una volta poi che il pallone iniziava a gravitare in mezzo al campo, si attivava la gabbia napoletana con un intasamento delle vie centrali atto a soffocare il gioco e i meccanismi dell’Inter. Ieri è mancato l’apporto decisivo del centrocampo, con i tre interpeti nerazzurri presi in consegna dai dirimpettai campani.

E se Calhanoglu ha avuto comunque modo non solo di incidere col gran gol dell’1-1 ma di scostarsi dalla marcatura a uomo di Gilmour abbassandosi ad impostare tra i centrali, Mkhitaryan e Barella hanno sofferto tanto il duello fisico con Anguissa e McTominay, con lo scozzese che nonostante la rete dell’iniziale vantaggio ospite è stato sacrificato in un lavoro di maggior copertura come mezzala pura e non da trequartista.

Il solito problema. L’Inter deve giocare al top perché non ha altre armi. E la brutta serata di Lautaro e Thuram non ha aiutato

Questi i meriti del Napoli, che gol su episodio da corner a parte non ha fatto più nulla per impensierire l’Inter che è stata brava difensivamente a non dare modo ad attivarsi in maniera davvero seria a Romelu Lukaku, principale sfogo offensivo di un Napoli molto sterile. Intasato il centrocampo e venendo a mancare i noti meccanismi di palleggio, i nerazzurri hanno avuto spazio soprattutto sulle corsie laterali, dove a sinistra Bastoni e Dimarco hanno trovato campo da prendersi, e anche a destra Dumfries per quanto sempre tecnicamente mai preciso ha avuto più liberta di spingere, anche grazie all’ottimo lavoro da pendolo di Pavard.

Come detto però al netto di un Napoli che l’ha impostata così, l’Inter ci ha messo del suo e ha confermato un problema strutturale e quasi esistenziale della formazione nerazzurra. Se l’Inter va sotto ritmo, manca di movimento, la sua idea di gioco c’è ma è inceppata e il suo motore non è a pieno regime, l’Inter non vince. Perché la forza dei Campioni d’Italia in carica è quella di un meccanismo ormai collaudato e fluido di idee e movimenti, ma che se non performa alla perfezione rischia di non portare il bottino pieno.

Le partite sono anche fatte da episodi, è sicuramente il palo di Dimarco e il rigore sbagliato da Calhanoglu (sempre sul legno) portano rammarico ma non cambiano il discorso. L’Inter non può prescindere dal suo gioco percé purtroppo non ha altri mezzi per vincere, non avendo in rosa quel talento puro o quel giocatore spacca partite che ti può determinare la partita da solo anche quando appunto, la macchina non gira con tutti i cavalli.

C’è un tabu big match?

Il tutto poi viene peggiorato se la coppia d’attacco titolare è in serata no, con Marcus Thuram e Lautaro Martinez che non sono riusciti ad incidere e sono stati assorbiti anche con relativa tranquillità da Rrahmani e Buongiorno. Nello specifico l’argentino è apparso davvero fuori forma e fuori dal gioco, un elemento che ha amplificato le già spiegate difficoltà di manovra nerazzurra che non è riuscita a trovare nemmeno la connessione con i suoi due attaccanti.

Inzaghi poteva fare di più? Come detto l’Inter se la è giocata, non al massimo ma se la è giocata. Ma lasciano comunque qualche dubbio le scelte dei cambi e la tempistica. Quale è il senso di togliere Thuram, Calhanoglu e Dimarco al minuto 81 per inserire Taremi, Zielinski e Darmian? Il cui impatto è stato pari allo 0 anche come freschezza fisica. Oppure il regalare due minuti di riposo ad un Lautaro mai in partita per mettere Arnautovic?.

Ma comunque questo Inter-Napoli assieme all’ormai lontano 4-0 contro l’Atalanta di fine agosto, è stato il miglior big match disputato dai nerazzurri finora in Serie A. Che in questa stagione hanno però uno score molto negativo nei match contro i rivali al titolo come il KO meritato nel Derby contro il Milan o il pari folle e regalato contro la Juventus. 2 punti su 9 contro tre contender e con tutte le partite giocate tra le mura di San Siro. Difficile trovare uno schema o un’analisi comune tra partite molto diverse tra loro, ma certamente un dato da registrare e da migliorare se si vuole puntare nuovamente alla vittoria.