Inter news, bufera sul rigore concesso alla Juventus: ‘Videokiller’

di Matteo Gardelli, pubblicato il: 25/10/2021

Inter news: notte di polemiche. È bufera sul rigore concesso alla Juventus

Il derby d'Italia – clicca qui per rivivere le emozioni dell'incontro – è stato segnato dalla decisione di concedere, al minuto numero 89', un rigore per la Juventus sul punteggio di 1-0 per l'Inter. Il penalty è stato poi trasformato poi da Paulo Dybala. La causa? Un contatto fra Denzel Dumfries ed Alex Sandro. Il piede destro dell'olandese ha incocciato con la gamba sinistra di Alex Sandro. “Per il direttore di gara Mariani tutto può scorrere, non c’è nulla, e quindi si dà per sottinteso che abbia visto e valutato anche la posizione della gamba colpita dello juventino. Ma il Var (Guida), a quel punto, lo richiama: l’ingenuità dell’interista nel colpire l’arto del bianconero avviene già dentro l’area e porta all’assegnazione del calcio di rigore. Ma – scrive la Gazzetta dello Sport – è in discussione l’accensione dell’on field review: sottintende il chiaro ed evidente errore? Una svista dell’arbitro che non si è accorto, forse ingannato dal piede destro di Alex Sandro ben fuori dall’area, del contatto oltre la linea?”. Durante la diretta post partita su Sky Sport, Paolo Di Canio legge il messaggio recapitatogli da un ex arbitro (di cui non fa il nome) “importantissimo, internazionale. Non può essere un contatto punibile con il Var. La tecnologia non deve andare a trovare il pelo nell'uovo, ma semplicemente correggere gli errori evidenti. E quello non lo è”.

Questa mattina (lunedì 25 ottobre), il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni,  titola il suo corsivo: 'Videokiller'. “Var vede, var non vede. Sia chiaro – scrive – il 'rigorino' di Milano c'era”. Nell'articolo vengono comparati questo episodio con quello di un fallo in caduta di Vina su Anguissa durante Roma-Napoli. “Due episodi del genere – sottolinea il quotidiano sportivo – riaprono l'infinita discussione sull'impiego della tecnologia, sull'influenza dell'uomo sulla macchina e su troppe spiazzanti diversità. Temo che non ne verremo mai a capo: il calcio non riesce ad abituarsi a qualcosa e qualcuno che in passato non esisteva, a uno sport che ha perduto molte delle sue caratteristiche e oggi risulta realmente cambiato”. 


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