Zanetti, risposta a Mancini: “In serie A deve giocare chi…”

di Davide Currenti, pubblicato il: 04/09/2018

Zanetti ha replicato alle parole del ct dell’Italia sullo scarso utilizzo in serie A dei giovani giocatori italiani

Javier Zanetti ha risposto al commento preoccupato del ct dell’Italia Roberto Mancini sullo scarso impiego dei giovani italiani in serie A. Il dato che ha allarmato Mancini è stato il numero di minuti giocati in campionato dai giocatori chiamati in nazionale. Un minutaggio inferiore rispetto a quello dei giocatori nazionali impiegati in Germania, Spagna, Inghilterra e Francia.

Il ct della nazionale italiana ha incitato i tecnici della serie A a dare più spazio ai calciatori nostrani: “Vedo in panchina tanti nostri ragazzi che farebbero meglio degli stranieri”.

La risposta di Zanetti

Il vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti, che in passato è stato allenato da Roberto Mancini, ha replicato alla dichiarazione del ct azzurro. Il dirigente nerazzurro ha analizzato la situazione attuale: In Serie A è giusto però che giochi chi è più bravo, indipendentemente dalla nazionalità. Io penso che vada premiato il talento. Bisogna fare un discorso generale, ci sono tanti giovani italiani bravi e sono sicuro che avranno il loro spazio. Tanti italiani di talento in panchina? Credo che il campo dica sempre la verità. Ben venga che i giocatori italiani e stranieri possano dimostrare tutto il loro talento perché questo porta benefici anche al nostro campionato”. Questo il commento di Zanetti che si legge sull’edizione on line de ‘La Gazzetta dello Sport’.

Una visione diversa rispetto al ct dell’Italia, con Zanetti che ha spiegato la situazione attuale in Argentina. Ecco le sue parole: “L’Argentina, a differenza dell’Italia, si è qualificata per il Mondiale, ma purtroppo in Russia non ha fatto bene. E dopo quel Mondiale che abbiamo fatto occorre adesso avere un progetto a lungo termine e puntare sui giovani che rappresentano il futuro della nostra nazionale. In Argentina la situazione dei talenti è diversa da quella dell’Italia, ma negli ultimi quattro anni la nazionale ha cambiato quattro c.t. ed era quasi scritto che il Mondiale finisse come poi è finito”.


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