Perisic e quell’equivoco tattico targato… Mancini

di Raffaele Palmieri, pubblicato il: 11/09/2017

Perisic, all’inizio della sua avventura nerazzurra, ha faticato parecchio a causa di Mancini

Ivan Perisic e l’Inter, un amore sbocciato non proprio in fretta. Arrivato all’Inter negli ultimi giorni di mercato nell’estate 2015, ha faticato non poco a entrare nei cuori dei tifosi nerazzurri. Le colpe sono state tutte sue, ma di chi lo ha voluto fortemente: Roberto Mancini.

Il tecnico di Jesi, infatti, pur essendo stato uno dei maggiori sponsor per l’avvento del croato in nerazzurro, ha avuto la sua bella gatta da pelare ai tempi per trovare la gusta collocazione tattica al forte esterno ex Wolfsburg.

C’è un perchè però. Mancini aveva deciso durante il precampionato di affidare le chiavi della squadra in mano a un altro croato, Mateo Kovacic. Aveva passato gran parte della preseason a provare il centrocampo a rombo, con Kovacic regista e Guarin nell’insolita veste di incursore alle spalle delle due punte.

Con la cessione di Kovacic qualcosa cambiò. L’offerta del Real era di quelle irrinunciabili e quindi il centrocampista croato si era trasferito all’ombra del Bernabeu. Mancini è stato costretto a cambiare la sua Inter a pochi giorni dall’inizio del campionato. A sostituire numericamente Kovacic arrivò Felipe Melo, non esattamente il tipo di centrocampista a cui affidare le chiavi della squadra, il cui arrivo è stato seguito da quelli di Ljiajc e Ivan Perisic.

Perisic, appunto, che si è trovato a dover giocare nell’insolito ruolo di trequartista alle spalle del tandem Icardi-Jovetic. Ruolo che ha ricoperto per i primi mesi della sua avventura nerazzurra, con risultati non proprio felici. Tutti ricorderanno, ad esempio, la prestazione del croato nel suo primo derby milanese. Era spaesato, completamente inadatto ad un ruolo che, evidentemente, non era mai stato il suo.

E infatti le critiche non sono tardate ad arrivare. “Perisic, 16 milioni buttati”, aveva titolato il Corriere dello Sport a febbraio 2016. Un rendimento personale molto altalenante, dovuto al ruolo che ha ricoperto prima, e al fortissimo calo di rendimento della squadra poi, che aveva concluso la stagione al quarto posto.

Dobbiamo quindi ringraziare Mancini per aver voluto Perisic all’Inter, ma dobbiamo ringraziarlo anche di essere andato via, perchè forse, con lui in panchina, non avremmo mai assistito all’esplosione del talento croato.


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