Inter, Mkhitaryan si racconta: le parole sugli inizia e sulla carriera in nerazzurro. E su Lautaro e il gruppo…

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 20/03/2024

Inter, Mkhitaryan si racconta. Uno dei grandi protagonisti della stagione nerazzurra è sicuramente il centrocampista armeno, Henrick Mkhitaryan. L’ex Roma sta stupendo tutti per continuità e lucidità nel rendimento. Un giocatore che ha dimostrato a suon di prestazioni di essere ancora di altissimo profilo. Intanto, intervistato al Frog Podcast, il giocatore si è raccontato un po’ soffermandosi anche a parlare di Lautaro e del gruppo. Ecco le parole di Mkhitaryan.

Sui suoi inizi: “A 20 anni sono andato in Ucraina, poi dopo un anno mi voleva Lucescu, avevamo una squadra veramente fortissima. Lucescu è bravissimo, come allenatore posso dire solo belle cose. Dopo sono andato al Borussia Dortmund, prima con Klopp e poi con Tuchel. Klopp bravissimo, è uno psicologo, crede in te, ti dà la libertà, è molto bravo. Per lui dai la vita. Un giorno facciamo l’allenamento e mi dice: “Se fai 7 gol ti do 50 euro, se non li fai me li dai tu”. Non sono riuscito e ho dovuto dargli 50 euro. Dopo due giorni abbiamo battuto 2-1 l’Eintracht Francoforte grazie a una mia doppietta e al termine della partita Klopp è venuto da me ad abbracciarmi. Gli ho chiesto di ridarmi i 50 euro e lo ha fatto. Dopo due giorni abbiamo battuto 2-1 l’Eintracht Francoforte grazie a una mia doppietta e al termine della partita Klopp è venuto da me ad abbracciarmi. Gli ho chiesto di ridarmi i 50 euro e lo ha fatto”.

Sul finire la carriera all’Inter: “Mi rimangono due anni di contratto, vediamo se riesco a finire questi due anni (ride, ndr). Dico sempre che finché posso devo giocare perché poi non voglio avere rimpianti quando smetto. Meglio giocare più possibile adesso. I compagni? Secondo me mi vogliono bene. È una cosa che mi ha colpito, non capivo come fosse possibile. Parlo cinque lingue: armeno, russo, inglese, francese, italiano. Il tedesco l’ho dimenticato perché era molto difficile, lo parlavo molto bene solo al mio terzo anno a Dortmund”.

Su Lautaro ed il gruppo: “Fuori dal campo mi piace giocare a scacchi: mi dà la possibilità di pensare, di capire come muovermi e dove andare, cercando di prevedere le mosse future dell’avversario. Lautaro? In un’intervista ho detto che anche senza la fascia è un trascinatore, sta segnando un sacco di gol, è fondamentale per questa Inter e lo sta dimostrando. Non è una questione di fascia, conta come ti comporti in campo. Penso a Barella che non ha la fascia ma fa delle cose che ti lasciano con la bocca aperta. Quanti capitani nello spogliatoio? Tutti e 25. Questo è importante. Quando giochi sei con undici giocatori, magari quel giorno uno o due non sono al meglio. Però sapendo di avere questi compagni sono tranquilli perché sanno che daranno una mano”.

 


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