Inter: 18 febbraio 1995, l’inizio di un’epopea oggi troppo lontana

di Mario Spolverini, pubblicato il: 18/02/2018

Inter: 18 febbraio 1995, torna un Moratti alla guida dell’Inter

Inter: il 18 febbraio non è una data qualunque nel mondo nerazzurro, quel giorno del 1995 Massimo Moratti firmò le carte che lo rendevano proprietario e presidente dell’ Inter. Si chiudeva la stagione di Ernesto Pellegrini, gran signore, grande tifoso ma con poche vittorie nel suo bagaglio e se ne apriva un’altra che profumava di epopea fin da quei primi momenti. Il figlio del grande Angelo Moratti, il Presidente dell’Inter di Herrera che trionfò in lungo ed in largo nel mondo, assumeva la guida della società con il dichiarato intento di ripercorrere la strada paterna.
Sappiamo bene tutti quanto abbia sofferto, quanto abbia speso Massimo Moratti per vincere come e più di papà Angelo. Sappiamo anche quali fatti extra calcio abbiano amareggiato la sua presidenza negli anni per spiegare i quali sono dovute intervenire decine di sentenze. Amarezze poi compensate in un mese magico alla fine del quale Moratti potè mandare quell’sms a sua padre “ce l’ho fatta anch’io papà, senti la tua, la nostra gente come canta stasera” .

Il ricordo del sito ufficiale

Il sito ufficiale dell’Inter celebra l’ anniversario con questo ricordo davvero significativo: “Una questione di famiglia: l’Inter per Massimo Moratti è sempre stata questa. Famiglia intesa in senso tradizionale, certo, che subito diventava per osmosi quella di milioni di interisti. Cresciuto con i calciatori della Grande Inter che giravano per casa, decise di ripercorrere le orme del padre Angelo, acquistando l’Inter nel 1995 per riportarla sul tetto d’Italia, d’Europa e del mondo. Impresa riuscita, non senza qualche travaglio, dovuto soprattutto al contesto del calcio italiano. Tra la decisione di comprare il club e l’acquisto effettivo passò pochissimo tempo”.

La sorpresa alla moglie

Nessun problema di natura economica o pratica, ve n’era uno, in apparenza insormontabile, legato proprio alla famiglia: dirlo alla moglie. “Non farlo, non farlo, non farlo. Se lo fai me ne vado di casa”, disse la signora Milly quando il marito le pose la questione. Qualche giorno dopo, mentre preparava il pranzo, le capitò di vedere il marito intervistato in tv, che sorrideva alla domanda se avesse appena acquistato il club. Aveva appena telefonato dicendo che avrebbe fatto tardi in ufficio… La signora richiamò la segretaria, che disse che Massimo non poteva ricevere telefonate. “Lo so”, disse la signora”, “L’ho appena visto in tv”. “Effettivamente c’è anche la Rai…” chiosò la segretaria… Come sempre, prevalse la passione, e Massimo Moratti fu perdonato dalla moglie. Che gioì e pianse, nei diciotto anni successivi, assieme a milioni di interisti“. Vero. Abbiamo pianto lacrime amare negli anni bui, quando Moratti spendeva e gli altri vincevano. Ma la gioia incontrollabile che Moratti e la sua Inter regalarono agli interisti pochi anni dopo resterà eterna.


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