Partite da Inter – Dall’incubo firmato Matrix a “l’uomo dei sogni”

di Candido Baldini, pubblicato il: 26/08/2021

Partite da Inter – L'anno è il 2008, stagione in cui i nerazzurri festeggiano i 100 anni di storia. La competizione è il campionato di serie A. A gennaio la squadra guidata da Mancini è saldamente in testa alla classifica, con 14 punti di vantaggio sulla Roma di Spalletti. Insomma, solo una catastrofe potrebbe capovolgere un verdetto ormai scritto. Ma le cose belle non arrivano mai da percorsi semplici. E forse non sarebbe da Inter non complicarsi almeno un pò la vita. E in quel campionato i nerazzurri  se la complicarono decisamente più di un pò.  

Puntualmente infatti la cavalcata viene interrotta da episodi di diversa natura. L'eliminazione in Champions ad opera del Liverpool, con conseguente sfuriata da parte di Mancini, mina qualche certezza. L'infortunio di Ibra in primavera fa il resto. Il tutto condito da qualche episodio più che dubbio. L'Inter infatti si ritrova praticamente ogni domenica a giocare in 10 contro 11, e in qualche match accade altro (come il gol inspiegabilmente annullato contro l'Udinese).

Risultato? Penultima gara della stagione, i nerazzurri sono primi in classifica, ma la Roma ora dista solamente 3 lunghezze. “Don't worry”, si direbbe oltremanica. Conti alla mano infatti basterebbe battere il Siena per laurearsi campioni d'Italia, visto il favore negli scontri diretti contro i giallorossi. Inoltre i toscani non hanno più nulla da chiedere a questo campionato. Insomma, il clima è quello di una situazione troppo sicura, troppo semplice. Gli oscuri presagi , dunque, non possono che essere dietro l'angolo. Perché se il Siena è in pace con sè stesso c'è un suo centrocampista, tale Kharja, che si era lasciato scappare una dichiarazione non propriamente super partes. Avrebbe infatti voluto fermare l'Inter per far sì che la sua squadra del cuore si laureasse campione d'Italia.

Arriva la fatidica domenica pomeriggio, ed inizia il match. Ed inizia bene, visto che Vieira dopo soli 11 minuti porta in vantaggio l'Inter. Ma qualche ombra non tarda ad arrivare. Minuto 30, Maccarone pareggia. La paura dura però appena 15 minuti, visto che una testata di Balotelli rimette la gara nella posizione suggerita dalla logica. Ma due tegole stanno per abbattersi. 24' minuto della ripresa, ancora pari del Siena. E indovinate ad opera di quale centrocampista? Il fato però offre una nuova chance all'Inter. Rigore nel finale. Cruz pronto a battere, ma succede qualcosa di strano. Materazzi, che l'anno prima a Siena aveva segnato il gol dello scudetto sul campo che mancava da quasi 20 anni, decide di ripetersi. Scansa l'argentino, si mette sul dischetto e scatena l'ira di Mancini.

L'attuale CT lancia in aria mille fogli sbraitando, ed il senso eloquente è “a cosa serve il modo in cui prepariamo la gara in settimana?“. In sostanza l'incaricato dei penalty era Cruz, e Cruz doveva calciare. Insomma, per chi avesse la memoria corta, o per chi avesse deciso di rimuovere l'episodio, il rigore è stato sbagliato. Matrix quindi, contrariamente a Keanu Reeves che veste i panni dell'eroe, aveva gettato l'Inter nell'incubo, e a fine gara si è lasciato anche andare a qualche dichiarazione forte. 

Ma tutto questo ormai conta poco. Ciò che ha importanza è che bisognerà andare in casa del Parma, squadra guidata da Cuper a cui mancano 3 punti per la salvezza, a giocarsi lo scudetto. Andrà la squadra, non i tifosi, visto che agli ospiti è vietato l'ingresso. L'incubo sembra destinato ad ingigantirsi, fino a poter decretare la sentenza che nessuno saprebbe accettare. Ma a Parma, oltre a parecchi tifosi “clandestini”, arriva l'uomo più atteso. Quell'Ibrahimovic infortunato, e di cui la squadra aveva un disperato bisogno, viene chiamato in causa nel secondo tempo, quando i nerazzurri erano ancora bloccati sullo 0 a 0 e la Roma vinceva a Catania.

E lo svedese scaccia via le ombre sotto la pioggia del Tardini, prima con un tiro da fuori, arrivato a seguito di una finta incomprensibile per le leggi della fisica e per una comune mente umana, e poi con un sinistro al volo su cross di Maicon. Il leader dell'Inter toglie le castagne dal fuoco a Mancini, e fa godere ai tifosi lo scudetto del centenario. L'uomo dei sogni insomma (un pò come Kevin Costner), come titolerà il giorno dopo la Gazzetta. 


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