L’Inter e la fascia destra, non solo Hakimi: campioni, addii e qualche “flop”

di Riccardo Cisilino, pubblicato il: 01/07/2021

L'Inter e la fascia destra, un continuo tira e molla fatto di colpi di fulmine, delusioni, attese ripagate, soddisfazioni ed alcune lacrime. Il perché è noto. Tra campioni, addii e qualche “flop” i nerazzurri hanno vissuto stagioni altalenanti sull'out destro. Dall'highlander Javier Zanetti al Colosso Maicon, passando per un altro verdeoro – il Divino – o per alcuni profili portoghesi con fortuna alterna. Una lunga storia che cercheremo di condensare riportando alcuni degli ultimi profili, passati sulla sponda nerazzurra, negli ultimi anni.

GLI INDIMENTICABILI – Una categoria da far scendere la lacrimuccia. Ognuno di noi, pensando alle ultime stagioni dell'Inter, avrà creato la propria sezione degli indimenticabili: calciatori che in nerazzurro hanno dato tutto, legandosi in maniera indissolubile a questi colori fornendo prestazioni di livello ogni volta che venivano chiamati in causa. Posto d'onore, in questa selezione, va riservato sicuramente all'eterno capitano Pupi Zanetti. L'argentino, partito come terzino destro puro, ha poi variato negli anni la sua posizione senza però perdere la sua caratteristica principale: una corsa infinita. Palla al piede partiva dalla difesa e raggiungeva, in men che non si dica, l'area avversaria. Forza, velocità, controllo di palla ed altruismo le sue qualità più spiccate. Sul suo solco s'innestò poi la storia nerazzurra di Maicon Douglas Sisenando, il numero 13 che per diverse stagioni solcò il prato verde del Meazza regalando progressioni e gol spettacolari a tutti i tifosi presenti. Potenza ed esplosività, unite ad una velocità e progressione da centometrista. Il brasiliano univa un atletismo invidiabile ad un senso dell'inserimento quasi da attaccante. Un mix esplosivo di determinazione e fisicità: uno dei migliori terzini al Mondo in assoluto.

GLI ADDII – C'è poi una categoria speciale, nel mezzo tra la soddisfazione ed il rammarico per la partenza: quella degli addii. Negli ultimi anni è più volte capitato che, nonostante un calciatore avesse fatto bene durante l'ultima stagione, in quella successiva – vuoi per motivi di mercato o per esigenze economiche – dovesse poi abbandonare Milano. È successo già qualche stagione fa ed ora sta per succedere di nuovo. Forse uno dei primi rimpianti, dell'epoca moderna, è stato João Cancelo. Arrivato sotto la guida tecnica di Luciano Spalletti, nell'estate del 2017 in prestito, il portoghese – dopo una fase fisiologica di ambientamento – iniziò a far capire a tutti le sue immense qualità. Velocità, dribbling, piede educato e capacità nel servire i compagni con degli ottimi cross. L'Inter sembrava aver trovato definitivamente l'erede di Maicon, ma l'estate del 2018 – solo un anno dopo – dovette già dire addio a questo sogno. Troppi i soldi richiesti per il cartellino dal Valencia e quindi un ritorno in Spagna doloroso, con conseguente nuova parentesi in Italia in maglia bianconera. Esperienza ancor più traumatica per i tifosi nerazzurri. Successivamente, dopo anni di continue ricerche ecco arrivare a Milano Achraf Hakimi, scheggia che Suning decise di regalare – con un importante investimento – ad Antonio Conte la scorsa estate. Velocità supersonica, fiuto del gol ed ottima capacità negli assist. Il marocchino ci mise poco ad entrare stabilmente nel cuore dei tifosi e nello scacchiere di mister Conte. Fondamentale ed insostituibile nell'Inter da scudetto, in molti lo consideravano la soluzione al problema dell'out di destra per molti anni. Ma così non è stato. Ormai si può parlare al passato, vista la sua imminente partenza in direzione Francia sponda PSG, per un calciatore che poteva essere il nuovo Colosso, ma che ormai è pronto a salutare.

I FLOP – L'ultima categoria, forse la più consistente, riguarda i profili che sono arrivati in pompa magna in nerazzurro, ma che alla fine non hanno reso quanto sperato. Uno dei casi clamorosi fu forse quello del Divino Jhonny, nome completo Jonathan Cicero Moreira, arrivato all'Inter come erede designato – provate a fare un nome – proprio dell'ex numero 13 verdeoro. Dell'ex Colosso però il Divino aveva solo la nazionalità. Arrivato nel 2011, per una cifra pari a circa 5 milioni di euro dal Santos, con un carico molto alto di aspettative l'ex numero 2 non riuscirà mai a rendere come ci si aspettava. Stesso destino, qualche anno più tardi, per Martin Montoya – che Don Balon aveva inserito nella lista dei giocatori di spicco nati dopo il 1991 e Cedric Soares. Quest'ultimo, ora all'Arsenal, non riuscì ad imporsi in maniera importante nella sua breve esperienza. Da non dimenticare, inoltre, l'esperienza annuale in prestito dal Chelsea di Wallace altro terzino brasiliano sul quale la dirigenza aveva riposto diverse aspettative. Profilo giovane, quando raggiunse i nerazzurri nel 2013, ma che non riuscì ad incidere (4 presenze per un totale di 130' minuti). 

L'Inter e la fascia destra, una storia tra campioni, addii e qualche “flop“. 


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