Inter Shakhtar, Conte ed Eriksen, è giusto vivere di speranze?

di Mario Spolverini, pubblicato il: 08/12/2020

Non sono fidanzato con Conte né con Eriksen, non sono il loro procuratore, non mi affliggono più di tanto i loro problemi  visto quel che guadagnano entrambi. Guardo all’Inter come tifoso e come osservatore, stop.

Da quando è arrivato all’Inter Erksen poteva giocarsi le sue carte meglio di quanto ha fatto? Molto probabilmente si.

Conte ha gestito bene tutte le risorse umane a sua disposizione ? A mio avviso no.

Nessuno di noi sa cosa ci sia veramente dietro l’atteggiamento del tecnico che continua a inserire il danese negli ultimi minuti. Segnali al giocatore per invitarlo a cambiare aria, segnali alla società per agire di conseguenza sul mercato, problemi personali tra loro, ogni ipotesi è buona.Certo è che se domani Eriksen dovesse essere l’ultima carta in mano a Conte per mettere insieme un centrocampo all’altezza viste le (probabili) assenze di Vidal e Barella, la situazione sarebbe a metà strada tra il comico ed il drammatico.

Il destino dell’Inter in Champions è più che mai legato alla speranza.

Speranza che Vidal e Barella all’ultimo minuto siano disponibili.

Speranza che a Madrid non facciano il biscotto.

Speranza che Eriksen qualora fosse chiamato in causa, si comporti da professionista serio nonostante tutto.

L’errore imperdonabile di Conte con il danese è stato questo, ridurlo ad una speranza quando invece doveva essere una certezza, anche  se il suo schema tattico non prevede un giocatore come lui.

Anche perché chi visse sperando…


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