Hakimi e i suoi fratelli: il Ramadan, tra oneri e onori

di Nicolò Toccaceli, pubblicato il: 17/04/2021

Per i musulmani è il mese del digiuno. Come ogni anno, a distanza di circa undici mesi dal precedente (seguendo il calendario islamico), il cosmo musulmano (tra i quali anche i calciatori) torna a celebrare il Ramadan, il mese sacro del digiuno, che durerà per 29 giorni terminando al calar del sole del 12 maggio.

In questo arco temporale, i musulmani onorano uno dei Cinque Pilastri della religione Islam, ossia il digiuno (Sawm) per commemorare la prima rivelazione del Corano a Maometto. Per i musulmani praticanti, vi sono alcuni doveri da rispettare tra cui il digiuno assoluto (sia per quanto concerne l'acqua che per il cibo) dall'alba al tramonto.

Un rischio inquadrato da La Gazzetta dello Sport nell'ottica dei calciatori del campionato italiano che seguiranno la pratica. La squadra col numero maggiore di calciatori musulmani che osservano il Ramadan è il Milan con tre calciatori: Frank Kessiè, Ismael Bennacer e Hakan Calhanoglu, spesso ritratti insieme durante i pellegrinaggi alla Ka’ba de La Mecca.

Ma c'è anche un nerazzurro: Achraf Hakimi. Il marocchino dovrà essere bravo a gestire le energie in un mese che si prospetta tosto per lui. Essendo un momento assolutamente delicato della stagione, è probabile che Conte lo aiuti a gestirsi, appunto, soprattutto nelle settimane che prevedono tre gare (come quella prossima, in cui è in programma l'infrasettimanale).

Le partite coinvolte in questo mese di digiuno, per Hakimi, sono quelle contro Napoli, Spezia, Verona, Crotone, Sampdoria e infine Roma. In linea del tutto teorica, Hakimi potrebbe riposare contro Spezia e Sampdoria per lasciarsi solo un impegno a settimana sulle gambe. Di certo Achfraf dovrà essere più forte di tutto, per aiutare la sua squadra a tornare tra le pagine della storia di questo sport.


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