Terzi ma non terzini per l’Inter di Mancini

di Donato Cerullo, pubblicato il: 28/01/2016

Houston,abbiamo un problema!
Sì perchè l’Inter acquista Eder, parla con Lavezzi ma non si rende conto di avere grossi buchi sulle due fasce.
D’Ambrosio ha dimostrato ancora una volta, per chi non lo avesse capito, che non è da Inter, forse non è neanche da Serie A e ci si chiede che fine abbia fatto quella freccia che volava a Torino.

Sarà l’ambiente Torino ad essere stimolante,visti i fallimenti di Cerci e Immobile nell’esperienza all’estero e nemmeno Bruno Peres,di cui si era parlato in entrata nel periodo estivo, può essere quello che stiamo cercando.
Abbiamo preso lo spagnolo Montoya pensando potesse risolvere la situazione, ma il Mancio lo ha bocciato praticamente non appena ha messo piede alla Pinetina.
Ma che cerchi da uno che “L’unico mio pensiero è tornare al Barcellona“!
E così il periodo del prestito biennale da un milione di euro, versato nelle casse dei catalani, lo trascorrerà molto probabilmente nel Real Betis.

Abbiamo fatto affari anche con il Galatasaray, prendendo Melo a titolo definitivo e Telles con un prestito da un milione e mezzo ed un riscatto a nove milioni ed è proprio da una follia dello psicopatico brasiliano ex-Juve che è iniziato l’inesorabile declino.
Nagatomo ha dimostrato di essere un buon rimpiazzo di Goku e Vegeta nel cartone Dragonball ma non di certo un titolare in una squadra che punta al terzo posto; il giapponese si è reso protagonista dell’azione che ha portato al rigore del Sassuolo e ieri sera ha manifestato lacune profondissime ma almeno ogni tanto arriva una notizia rassicurante: ha firmato un nuovo contratto con i nerazzurri!

L’esperimento Jesus sulla fascia si è dimostrato controproducente e il gol del Carpi al novantaduesimo ne è la dimostrazione.
Santon è stato preso a Gennaio ed è stato una certezza anche per l’inizio di questa stagione ma adesso non scende in campo da novanta giorni e l’impressione è che sia fuori dal progetto,nonostante il suo agente neghi un suo possibile trasferimento.
L’impressione è che l’Inter sia ancora nella depressione post-Maicon ed il ricordo delle sgroppate sulla fascia del brasiliano è troppo difficile da sostituire nella mente del tifoso nerazzurro; Wallace, Pereira, Jonathan si sono alternati negli anni sulle due corsie laterali e nessuno ha mai lasciato il segno.

Il problema ora è proprio questo: il reparto difensivo. Dalla sciagura contro il Sassuolo all’autogol contro l’Atalanta, dal gol di Lasagna alle porte lasciate aperte per Morata, l’Inter ha rovinato quanto di buono è stato fatto nella prima parte di campionato e la filosofia di Mancini è diventata carta straccia per scriverci le indicazioni da dare ai calciatori durante la partita.
L’attacco fa vendere i biglietti ma è la difesa che fa vincere le partite.


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