Chivu e Marotta ci hanno provato in tutti i modi | Oaktree irremovibile: questo rinnovo non s’ha da fare. Via dall’Inter

Cristian Chivu, allenatore dell'Inter - lapresse - interdipendenza.net
L’opposizione del fondo che detiene l’Inter irremovibile: niente rinnovo per un nerazzurro che sia Chivu sia Marotta volevano che restasse.
Il nuovo corso dell’Inter targato Chivu-Marotta è partito con un’entusiasmante sintonia. Dopo i primi dubbi dati dall’inesperienza di un allenatore talentuoso ma tanto giovane per guidare un gruppo squadra che deve perseguire ambiziosi traguardi, tutto appare cristallino.
L’allenatore romeno e il presidente dell’Inter parlano sulle stesse frequenze e si muova nella medesima lunghezza d’onda, condividendo pienamente le strategie da adottare sia in campo che sul fronte della gestione della rosa.
Questa unità di intenti si è manifestata in modo evidente già nelle prime settimane di lavoro con l’erede di Simone Inzaghi, disegnando un futuro che si preannuncia solido e coerente, soprattutto per quanto riguarda la selezione degli uomini e la loro permanenza nella Milano nerazzurra.
Così, in tema di calciomercato e di rinnovi contrattuali, la linea tracciata da entrambi non ammette incertezze: puntare sulla continuità per i giocatori che hanno dimostrato valore e attaccamento alla maglia. L’obiettivo comune è creare un mix vincente di esperienza e gioventù, ma senza sacrificare i pilastri del recente passato in nome di una rivoluzione affrettata.
Un segnale di forza
La piena fiducia reciproca tra Chivu e Marotta rappresenta certamente un segnale di forza e di coesione per l’ambiente interista, che osserva con attenzione le decisioni della nuova guida tecnica e dirigenziale.
Tuttavia, l’armonia della coppia di comando si è scontrata con un ostacolo imprevisto, una voce fuori dal coro che rischia di complicare i piani e spezzare l’equilibrio appena raggiunto. Nonostante la condivisione della visione sportiva tra Chivu e Marotta, le direttive che arrivano dall’alto sono sempre più pressanti e meno inclini alle eccezioni.

Parola d’ordine
Il club è pronto a sostenere le scelte tecniche, ma il perimetro finanziario e anagrafico è stato delineato con rigore, vincolando pesantemente ogni decisione futura. A dettare la linea è il fondo Oaktree, la proprietà americana che, sebbene non voglia interferire nelle questioni prettamente tecniche, ha fissato un paletto ben preciso per ciò che concerne la gestione contrattuale dei senatori. Il diktat dei proprietari dell’Inter è chiaro: priorità assoluta al ringiovanimento della rosa. Ogni trattativa per un prolungamento che riguardi elementi oltre una certa soglia anagrafica deve essere valutata con estrema cautela e, nel dubbio, bloccata.
È in questo contesto di rigore finanziario e anagrafico che si inserisce Francesco Acerbi, il cui contratto è in scadenza a giugno e per il quale la dirigenza aveva già predisposto un piano di prolungamento a breve termine. Niente di tutto questo, a quanto pare. L’ordine categorico di Oaktree, una parola d’orsine, è “ringiovanimento”. E per Oaktree non ci sono dubbi, una decisione irremovibile: nonostante il suo peso specifico, Francesco Acerbi, lascerà l’Inter a fine stagione, segnando un primo, doloroso, scontro tra la visione tecnica e la strategia della nuova proprietà.