‘Suning non può esportare capitali’. La rivelazione del tecnico

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 10/10/2021

Suning con le mani legate.

Questo il succo di quanto riportato oggi, in un’intervista a Tuttosport, il fratello dell’ex centrocampista nerazzurro, Benoit Cauet, Kevin, allenatore legato molto all’Inter visto che ha avuto un’esperienza in Cina per l’Inter Academy Oriente. Tanti gli spunti di riflessione su quanto sta accadendo alla famiglia Zhang e a tutto il sistema calcio cinese – leggi qui le ultime.

Ecco le sue parole: “Il mio arrivo in Asia corrispose con gli ingenti investimenti nel mondo del calcio. Dal 2015 al 2017 trascorsi quasi due anni tra Shanghai e Nanchino, lavorando sul posto alla creazione e alla consolidazione delle giovanili nerazzurre. È tutta un’altra cultura. Meno aspetto cognitivo e più spazio alla ripetizione. Vale per tutto, anche per il sistema educativo. Le sedute si basavano sulla reiterazione forzata di più esercizi, non sull’assimilazione di un concetto. Sembrava quasi di avere a che fare con dei robot”.

Sui problemi di Suning: “Innanzitutto bisogna distinguere Suning Holding Group, Suning Appliance e Suning.com. Le prime due sono holding di partecipazione, mentre la terza è una società operativa. Per avere un quadro chiaro della situazione serve un’analisi molto accurata. Da quando gli Zhang hanno preso possesso dell’Inter, è innegabile abbiano fatto un grandissimo lavoro. Gli effetti della pandemia sono visibili in ogni club del mondo e in qualunque settore. Non riguarda solo Suning, insomma”.

Sulla fine dello Jiangsu, alta società che era in mano alla famiglia Zhang: “Le regole sono cambiate, di conseguenza non avevano molta altra scelta. Chen Xuyuan, il nuovo Presidente dell’associazione calcistica cinese, anche per combattere la corruzione, ha ridotto all’osso le sponsorizzazioni private per le società. Ergo, debiti o meno, non puoi investire più di una certa cifra nel calcio. Risultato: sedici club, tra A e B, e nell’arco degli ultimi tre anni, sono falliti. Una sorta di fair play finanziario portato in Asia che ha avuto ripercussioni pesantissime su tutto il sistema. Anche il Guangzhou Evergrande ha dei problemi rilevanti: con il settore immobiliare in crisi, dove tra l’altro Suning aveva anche investito in modo ingente”.

Sulle politiche cinesi per quanto riguarda il calcio: “Le scelte private sono condizionate dallo stato: gli Zhang non potevano più intervenire direttamente, anche perché la Cina ha tolto il calcio dal settore prioritario. Non possono dire di no alle scelte del governo, ma è normale seguire quello che decide lo Stato. E adattarsi. Fare uscire dei soldi dai loro confini è complicato, a tutti i livelli. Motivo per cui, nonostante le cessioni di Lukaku e Hakimi, e il prestito ricevuto, esportare capitali per l’Inter resta macchinoso”.

Sull’assenza di Steven Zhang: “Magari per l'Inter potrebbe servire un’altra figura di riferimento, ma è proprio un aspetto culturale differente. Suning interviene solo in particolari momenti”.

Una situazione che desta parecchia preoccupazione ai tifosi interisti che negli ultimi mesi hanno avuto poche notizie della proprietà e delle intenzioni. Una delle chiavi per il futuro potrebbe essere quella del nuovo stadio quando, ottenuto il consenso, la famiglia Zhang potrebbe decidere di passare la mano ad un’altra proprietà – leggi qui le ultime a tal proposito.


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