Partenza flash e poi la flessione: perché sono sbagliate le critiche ad Hakimi

di Gianfranco Rotondo, pubblicato il: 17/11/2020

Nelle ultime settimane, da più parti si sono elevate critiche per il rendimento di Achraf Hakimi con la maglia nerazzurra, reo di aver dato delle prestazioni troppo altalenanti. Al netto dell’errore di Madrid, con il retropassaggio che ha regalato il vantaggio ai blancos, in realtà la stagione dell’esterno marocchino non è stata così negativa, anzi, tutt’altro.

Il numero 2 nerazzurro ha collezionato fino ad ora 9 presenze condite da un gol e un assist, a dimostrazione che il tecnico Antonio Conte lo considera un titolare della sua Inter e che anche a lui, visti i numeri, non manca affatto la fiducia nei propri mezzi. Semmai, più che dello scarso rendimento, si può parlare di un calo nelle prestazioni, quello sì. Ma anche in quel caso le motivazioni sono presto dette. L’ex Borussia Dortmund è un giocatore che si è trovato catapultato in una realtà nuova, con nuovi compagni ed ha iniziato la stagione svolgendo una preparazione molto limitata visto che l’Inter, lo scorso anno, ha dovuto concludere la stagione molto in ritarda data la finale di Europa League contro il Sivilglia. Non solo, ma lo stesso giocatore marocchino deve ancora capire bene gli ingranaggi tattici del calcio italiano, molto diverso sia da quello spagnolo che, soprattutto, da quello tedesco.

Quindi, chi parla di scarse prestazioni, fa solo delle illazioni inutili. Siamo certi che l’acquisto di Hakimi sia un acquisto spaziale e che continuando a giocare nel nostro campionato renderà per quello che è il suo incommensurabile valore. Questa Inter ha bisogno di uno come Hakimi.


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