Marani: “Club più ricchi d’Europa, che calo il Milan! Inter e Juventus…”

di Armando Areniello, pubblicato il: 20/01/2017

Marani commenta il dato sui club più ricchi d’ Europa

Il vice direttore di Sky Sport, Matteo Marani, ha commentato il dato uscito ieri sui club più ricchi d’ Europa, che vede il calo dei club italiani, su tutti il Milan. Queste le sue parole:

“Il nostro è un problema storico, dipendiamo solo dai diritti tv, l’unica priorità del nostro calcio, accanto a questo non è stato sviluppato nulla, la Juventus che è all’avanguardia al botteghino fa 43 milioni, c’è da riflettere su una classe dirigente del calcio italiano degli ultimi 15 anni che non ha fatto nulla. Ha preso i soldi dei diritti tv e li ha girati a calciatori e procuratori. Non ha fatto impianti nuovi, non ha sviluppato il merchandising. Abbiamo ancora la vendita di materiale contraffatto fuori da San Siro, fuori dagli impianti”.

Mancata globalizzazione:
“Non siamo riusciti a diventare globali. Milan, Juventus, Inter hanno un grande prestigio per i successi ottenuti anni fa in campo internazionale, non perché siano andati ad aprire uno shop a Hong Kong come ha fatto il Manchester United. Siamo in enorme ritardo. Oggi nei primi 10 club abbiamo solo la Juventus che è decima, la fanno da padroni gli inglesi. La cosa clamorosa è il dato Milan”.

Il calo del Milan:
“Introita 214 milioni di euro, 11 anni fa quando per la prima volta questa classifica venne stilata ne introitava 234. il Real ha triplicato, il Bayern ha quadruplicato i ricavi, il Milan fattura 20 milioni in meno rispetto a 11 anni fa. Due domande bisogna porsele, e devono porsele anche Inter e Juventus? La Juventus è un’eccellenza ma ha bisogno che cresca tutto il movimento. Undici anni fa avevamo 4 squadre nei primi 10 posti. Le inglesi crescono perché cresce il movimento complessivo. E’ arrivato il momento di smettere di ragionare sulle poltrone, sui voti e si ragioni su struttura e sistema. Spero la Lega vada verso una figura che permetta di crescere al sistema, non più espressione di qualche club o di un accordo in trattoria. Il dato di ieri è una condanna per la classe dirigente”.


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