Inter, Criscitiello spara a zero su Ausilio ma quante cose dimentica

di Mario Spolverini, pubblicato il: 15/09/2020

Puntuale come un Rolex, Michele Criscitiello torna a parlare di Piero Ausilio e dei  DS di alcune squadre,  argomento su cui il Direttore batte frequentemente, talvolta azzardando giudizi che poi i fatti ed il tempo si incaricano di incenerire. Quando il discorso arriva sul DS nerazzurro la penna di Criscitiello si fa sempre un po’ più pungente. Nell’ultimo editoriale per TMW  si dice che

Il Milan ha cambiato più Direttori Sportivi che conquistano accessi alla Champions League, l’Inter ha firmato un indeterminato a Piero Ausilio che negli anni ha perso, in maniera frettolosa, Zaniolo e Coutinho…”

Il rapporto tra il direttore di TMW ed il DS nerazzurro non è serafico, questo è chiaro e le ragioni ovviamente le conoscono solo  loro. Per quanto è dato ricordare la storia inizia nel luglio di tre anni fa,  in un articolo che tornava fino ai tempi in cui Fassone era  Ad nerazzurro e  Mirabelli uno dei primi collaboratori di Ausilio. Criscitiello ci andava giù duro: “Fassone apprezzò le relazioni e le discussioni tra Mirabelli e Ausilio e capì subito, poi tutto confermato dal campo, che le intuizioni di Mirabelli erano giuste al contrario delle analisi di Ausilio. Suning oggi paga tre direttori sportivi, tra questi c’è Baccin che è molto bravo e competente, ma il vero Direttore lo aveva in casa e se lo è fatto sfuggire con troppa superficialità. Mirabelli ha tre grandi qualità: viene dalla gavetta, è una persona onesta e guadagna solo dal Milan e non da giri strani con i procuratori amici e sceglie i calciatori perché li conosce.”

Il tempo ha spiegato chi aveva ragione. Fassone e Mirabelli vissero al Milan la stagione breve e triste di Mr.Li sufficiente peraltro per condurre un mercato estivo tanto faraonico quanto disastroso. Appena arrivati  Elliott e Gazidis si liberarono di entrambi in un batter d’occhio e ad oggi hanno fatto perdere le loro tracce nel mondo del calcio mentre Ausilio è restato e resta ben saldo al suo posto, come confermato anche nel vertice di Villa Bellini dello scorso 25 agosto, alla faccia delle voci sulle talpe e dell’ironia da tre soldi.

Su Coutinho, citato da Criscitiello come una delle pietre dello scandalo, Ausilio aveva già risposto tempo fa su Sky in uno speciale a lui dedicato nel quale ricostruì la vicenda step by step, parlando del fantasista brasiliano come di una cessione dolorosa ma voluta e concordata con i vertici della società su richiesta esplicita del ragazzo. “Sarò sincero, in quel caso non è stato tanto un discorso economico. Infatti appena venduto lui, acquistammo Kovacic ed Icardi. Sia io che Branca e tutta l’area tecnica dell’Inter avrebbe tenuto il brasiliano per 20 anni, ma c’era un dato di fatto legato ai numeri: non giocava. E il calciatore ogni sei mesi veniva a dire che, giustamente, se ne voleva andare perché voleva giocare“.

Quindi per le informazioni del caso Criscitiello dovrebbe rivolgersi alla truppa Benitez, Leonardo, Gasperini, Ranieri, Stramaccioni, che nel periodo 2010-2013 trattarono il giovane brasiliano alla stregua di una mascotte o poco più. Ausilio fu il terminale dell’operazione, colui che dovette trovare la soluzione in tutta velocità visto che le casse nerazzurre non potevano aspettare ed il talento di Coutinho marciva in panca.

Su Zaniolo potremmo spingerci ad affermare che una qualche ragione il Direttore ce l’ha. Però anche in questo caso la sua puntura di spillo è birbona, anche lui conosce la veemenza con cui Spalletti pretese l’acquisto di Nainggolan nell’estate di due anni fa.  La vera colpa di Ausilio fu quella di non riuscire a mitigare i bollenti spiriti del mister toscano, forse anche quella di non aver valutato fino in fondo le potenzialità di Zaniolo.

Forse è il caso che Criscitiello si dia pace, Ausilio ha già le sue truppe di detrattori sui social, vorrà mica mettersi al loro pari? Anche perché contro l’Immortale si rischiano comunque brutte figure…


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