Dimarco, il canterano diventato uomo: quando il top player è made in Inter

di Riccardo Cisilino, pubblicato il: 13/05/2021

Ritornerai , lo so ritornerai e quando tu sarai con me ritroverai tutte le cose che tu non volevi vedere intorno a te. E scoprirai che nulla è cambiato, che sono restato l'illuso di sempre. E riderai, quel giorno riderai ma non potrai lasciarmi più“. Così: ritornerai. Una speranza, un augurio – o meglio – un desiderio. Tutti sinonimi di un'unica volontà: riabbracciarsi.

Nulla di più calzante delle parole sapientemente musicate da Bruno Lauzi  nel 1965 – all'interno dell'album Ti ruberò. Anche quest'ultimo verbo, posto al futuro, s'incastra alla perfezione per descrivere la volontà dell'Inter nei confronti di Federico Dimarco. Non un vero e proprio ratto delle Sabine, vista la bozza di trattativa avviata con il Verona, ma la dimostrazione della volontà di riportare all'ovile l'ex canterano fattosi top player. Il terzino è in prestito al club scaligero che, stando ai dettagli, avrebbe un diritto di riscatto attorno ai 6 milioni ed una percentuale del 20% da versare nelle casse del club nerazzurro in caso di futura rivendita.

Ciò vuole essere evitato dall'Inter. La società desidera, o meglio aspira, ardentemente ad essere l'unica società a poter usufruire e giovare delle prestazioni calcistiche del giovane classe '97. Ventitré anni per il terzino nato e cresciuto a Milano – sia calcisticamente che non – tra Interello e la Pinetina. Con il nerazzurro nelle vene, ha esordito con l'Inter in Europa League nella stagione 2014/15. Anche la prima presenza, nel massimo campionato, è avvenuta in quell'anno nel match contro l'Empoli. Poi la maturazione lontano da casa.

Dalla stagione successiva (2015/16), pur rimanendo di proprietà dei nerazzurri, sono arrivati i prestiti in giro per l'Italia e l'Europa con un unico obiettivo: crescere. Ecco allora arrivare la prima stagione in Serie B all'Ascoli e successivamente, nel 2016/2017, l'esperienza all'Empoli tornato in Serie A. Le presenze iniziavano ad aumentare (12 in totale con un assist all'attivo) ed ecco quindi arrivare la chiamata del Sion. Parentesi breve quest'ultima, che comunque ha permesso a Dimarco di fare un ulteriore step sul piano della crescita individuale affrontando una realtà diversa da quella nostrana.

Successivamente il terzino, dal fiuto del gol di un attaccante ed adattabile pure in mediana, è tornato in patria passando per Parma (13 presenze ed 1 gol) prima di far ritorno in nerazzurro sotto la guida di Antonio Conte. Qui è rimasto per mezza stagione riuscendo a disputare, in totale, 4 gare tra campionato e Coppa Italia. Poi il prestito invernale, verso il Veneto, accasandosi al Verona allenato da Juric. È grazie a quest'ultimo se il n. 3 è esploso. Dopo una breve fase di adattamento, 3 assist in 13 presenze, Dimarco ha poi affrontato – quest'ultimo campionato – sulle ali dell'entusiasmo. Prestazioni positive a raffica e raddoppio del suo valore. Ne ha fatta di strada il ragazzo.

Attualmente sono 32 presenze (77% da titolare) con 5 gol e 5 assist. Insieme ad Achraf Hakimi (suo futuro compagno?) è il difensore più giovane ad aver partecipato ad almeno 5 gol in Serie A (percentuale del 23%). Ma c'è di più, già a fine aprile aveva eguagliato un ulteriore record. Infatti, stando alle statistiche, ricopriva il ruolo di leader nei cinque massimi campionati europei – per occasioni create (61) – insieme a Luke Shaw e sopra di cinque dal fenomeno AlexanderArnold del Liverpool. Numeri pazzeschi certificati anche dal suo mister: “Dimarco non ha fatto un buon campionato. Ha fatto un buonissimo campionato“.

Corsa, cross, incursioni, senso della posizione e del gol di un altro livello. Per non parlare delle punizioni, una del top quality della casa. I nerazzurri ci hanno visto lungo ed i continui prestiti – senza mai una cessione – ne sono la prova. Ora la volontà del club sembrerebbe essere chiara: riportarlo a casa. I discorsi sono avviati.: tornerà a vestire il nerazzurro e a coronare tutti i suoi sogni? In attesa di una risposta, una cosa però è certa: “Il canterano si è fatto uomo“.


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