Conte, la svolta della stagione non in campo, ma in un fine partita

di Candido Baldini, pubblicato il: 13/04/2021

Conte sta trascinando la sua Inter verso la vittoria dello scudetto. Mancano ancora dei punti per la matematica ma il vantaggio, ad 8 giornate dalla fine, è ampio. Per molti la svolta della stagione è arrivata dopo la seconda sconfitta con il Real Madrid in Champions, quando il tecnico ha deciso di abbandonare l'esperimento del trequartista e tornare ad un 3-5-2 più canonico. E dal punto di vista tattico è senza dubbio così. Però c'è stato un altro momento che sembra aver rappresentato la svolta di questa stagione. Il 9 febbraio infatti i nerazzurri affrontavano la Juventus nel ritorno della semifinale di Coppa Italia, e a fine match è accaduto l'episodio ormai noto a tutti.

Conte, dopo gli insulti ricevuti da Agnelli dalla tribuna mostra il dito medio al suo ex presidente. Quel momento, criticabile dal punto di vista dell'immagine e dell'etica, sembra avere un significato particolare. Conte infatti sembra essersi svestito  della sua “juventinità”, togliendosi di dosso quella qualifica che faceva storcere il naso a tanti tifosi nerazzurri. Il Conte juventino ha tagliato definitivamente i ponti con il suo passato, abbracciando in toto la sua nuova dimensione nerazzurra. Da li nessuno lo ha più considerato “gobbo”, “bianconero” o addirittura “infiltrato”. E che quel dito medio rappresentasse una vera e propria mutazione sembra essere confermato da ciò che è accaduto subito dopo.

Passano 5 giorni da quando Conte è diventato al 100% nerazzurro e l'Inter si prende la vetta della classifica battendo la Lazio, e da quel punto in poi non la lascerà più. Anzi, arriveranno solo vittorie. Come quelle con Milan e Atalanta che ampliano il divario. Se c'è stata quindi una svolta tattica con il ritorno al vecchio modulo ce ne è stata anche un'altra, più profondo e meno visibile, ma sicuramente più di impatto. E queste cose nel mondo Inter contano eccome. Quell'animo pazzo infatti sembra tutt'altro che scomparso, e sembra esserne proprio Conte la prova. 


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