Inter malata ma il medico Inzaghi conosce la cura?

di Mario Spolverini, pubblicato il: 02/03/2022

Inter Inzaghi – E ora anche la Salernitana diventa un ostacolo insidioso.

Basterebbe questo per riassumere il periodo dell’Inter, quello che doveva dare lo slancio verso un finale di stagione esaltante dopo il filotto si match con le più forti ed invece si sta trasformando in una via crucis senza fine.

Il derby di Coppa Italia era atteso da molti come possibile rivincita dopo la beffa di un mese fa in campionato ma i pericoli di un’altra gara ad altissima emotività erano evidenti. L’Inter ci è arrivata quasi vivendo in una terra di mezzo tra le brutte figure con Sassuolo e Genoa e l’importanza del prossimo turno coi ragazzi di Nicola reduci da 4 pareggi uno più positivo dell'altro. Mettiamoci un Milan malandato almeno quanto i nerazzurri, con qualche barlume di lucidità in più ma stavolta senza la dea bendata a dargli una mano e la bruttezza della partita è servita.

I dati parlano di una squadra che ha corso tanto, addirittura più dei rivali rossoneri, ma evidentemente in maniera sconclusionata se perdi 8 contrasti e 8 seconde palle su 10. Se c’era bisogno di una ulteriore conferma che il problema non è tanto nei muscoli quanto nella testa dei ragazzi di Inzaghi il piatto è servito.

Ora però è inutile continuare ad imprecare sul giocattolo meraviglioso di due mesi fa evaporato come la nebbia al sole, chiedersi le ragioni di questa metamorfosi deve servire solo a capire come e dove intervenire, non a rimestare il pentolone delle polemiche.

Qui casca l’asino, quello di Inzaghi naturalmente.

“Pareggio giusto… dobbiamo recuperare forze fisiche e mentali…” per poi arrivare alla conclusione “ci lecchiamo ancora le ferite per un derby perso 2-1 dove il campo avrebbe potuto dire ben altro”. 

Ci lecchiamo le ferite? Non serve un medico che dica che il paziente è malato, quello lo vediamo da soli, serve lo specialista che, individuata l’origine della malattia, agisca di conseguenza con le terapie giuste ed immediate. Il mister lo sta facendo? Sta impostando un lavoro fisico che permette di recuperare almeno parte della brillantezza perduta? Sta lavorando di cesello sulla psicologia dei ragazzi per spiegare che niente è ancora perduto e che la vita non si ferma a quei 10 maledetti minuti?

I risultati (e le sue parole) dicono di no, per il momento. Se la cura arriva, (e qui dovrebbe intervenire anche la società) ci sono ancora speranze, se si perde tempo a leccarsi le ferite del passato buonanotte…

Questa è la lettura più semplice e meno “cattiva” della situazione odierna.

Ce ne sarebbe un’altra, legata al botta e risposta della settimana scorsa tra Inzaghi e Marotta sugli obbiettivi e sulle ambizioni di questa stagione, legata  al prossimo mercato, alla situazione di qualche giocatore che potrebbe sentirsi già con le valigie in mano, di altri che potrebbero aver “annusato” una situazione interna non propriamente celestiale tra dirigenza e staff tecnico.

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, per adesso fermiamoci qua, ora serve solo sostenere la squadra nel “big match” di venerdì prossimo con la Salernitana.


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