Inter, il primo messaggio è chiaro: niente è rimasto a Istanbul

di Mario Spolverini, pubblicato il: 20/08/2023

La prima è andata.

Non poteva che essere una bella serata visto l’antefatto. Se in mezzo al popolo in fila per entrare, aggredito dalle incertezze e da un caldo opprimente, becchi Altobelli  che si ferma per un selfie con e te e i tuoi amici, è un segno del destino. “Spillo vatti a cambiare, c’è ancora bisogno di te”,  lui ha sorriso ed è scappato.

Non c’è stato bisogno di Altobelli per regolare il Monza, ci ha pensato Lautaro . Il Toro ha giocato una partita impressionante non solo e non tanto per i due gol quanto per la capacità di mettersi a disposizione della squadra in ogni zona del campo. Mostruoso, considerato il caldo e una preparazione sicuramente ancora non al top.

Intorno a lui tutti hanno tirato la carretta come meglio non si poteva. Thuram era il più osservato, ha giocato momenti esaltanti, strappi che hanno esaltato San Siro e tocchi che segnalano piedi educati. Non ha avuto palloni da sbattere in gol ma la prima sensazione è di uno che fa giocar bene chiunque sia al suo fianco.

Calhanoglu e Mkitahryan, da loro niente di nuovo: qualità, lucidità e continuità sia in impostazione che in fase di rottura del gioco brianzolo. Barella idem, con qualche momento confusionario e sprazzi da fuoriclasse, il pallone a Dumfries nell’azione del primo gol vale da solo il prezzo del biglietto. La difesa non è stata sollecitata più di tanto, Bastoni e De Vrij hanno spento sul nascere ogni velleità monzese, aiutati in paio di circostanze da recuperi sontuosi di Calhanoglu. Sulle fasce Dumfries e Dimarco fanno male agli avversari, come e più del finale di stagione scorso.

La sensazione più positiva arriva quando inizia la girandola dei cambi. Rispetto alle scorse stagioni non entrano semplici alternative ma altri protagonisti che hanno surriscaldato il Meazza più del solleone pomeridiano. Arnautovic: lo avevamo lasciato scavezzacollo nel gruppo del Triplete lo abbiamo ritrovato perno capace di smontare la difesa avversaria con il fisico, con la capacità di far salire la squadra, con piedi che giustificano i 10 milioni accreditati al Bologna per lui. Frattesi ha dimostrato di aver ben chiaro  che il campionato non è la tourneè giapponese, onnipresente nei 20 minuti che ha giocato, la sensazione è che il suo apporto sia ancora più impattante se parte dall’inizio. Carlos Augusto e Cuadrado mandano un sms importante: ai lati sono in 4 che se la possono giocare senza abbassare il livello qualitativo del gruppo, chiunque scenda in campo.

Sintesi finale: il calcio mercato è il regno di sogni e polemiche. Lasciamolo lì dove merita per altri 10 giorni poi anche questo supplizio sarà finito. Il calcio giocato è altra cosa. Se arriverà Pavard sarà un ulteriore tassello importantissimo nelle rotazioni di Inzaghi. Ma in campo non vanno i debiti del club, né le difficoltà di Zhang, né quelle di Marotta e Ausilio. In campo vanno le qualità, le gambe e le teste dei ragazzi. La prima risposta è confortante: non sono rimaste all’Ataturk di Istanbul, sono tornate tutte, con la voglia di essere protagoniste anche quest’anno. E quelle degli ultimi arrivati ancora di più.

 


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