Inter, due risposte alla stessa domanda: Inzaghi perchè?

di Mario Spolverini, pubblicato il: 27/11/2023

(Inter) La montagna ha partorito il topolino.

L’attesa nervosa per Juventus Inter è normale da sempre. Se poi viene allungata di una settimana per la sosta delle nazionali e le due squadra sono al vertice della classifica la polveriera è accesa.

Risultato? Una partita brutta, soporifera, annodata su sé stessa dalla paura di perdere di entrambe le squadre. Due portieri che al di là di raccogliere un pallone ciascuno in fondo al sacco non si sono neanche fatti la doccia (e anche a volerlo non c’erano le docce calde allo Stadium, la sostenibilità dei bilanci passa anche da queste piccole cose?)   Uno spettacolo che giustifica ampiamente i diritti televisivi italiani da elemosina rispetto a quelli di altri campionati europei.

Allegri furbacchione

Imputati principali la Juventus ed il suo tecnico, sempre più convinto di giocarsi una stagione senza coppe  tenendo 9 giocatori (talvolta anche 10) dietro la linea della palla. Allegri è un furbacchione. Ha passato 15 giorni a rimandare nel campo nerazzurro il ruolo di favorito, un rosario continuo di “non guardiamo allo scudetto ma al quarto posto”, salvo poi essere smentito dal suo capitano Rabiot che a Tuttosport ha detto  “l’obiettivo che ci diciamo è vincere lo scudetto, siamo campioni, siamo forti, dobbiamo esserne consapevoli e ce la possiamo fare”.

Atteggiamento se vogliamo anche comprensibile se devi scendere in campo con Nicolussi Caviglia, Gatti e Rugani. Ma se sei pagato 9 milioni l’anno per produrre calcio i tifosi, i tuoi primi stakeholder, si aspettano di vedere qualcosa di più di un pullman a due piani piazzato davanti al portiere. Tanto più se davanti schieri gente come Vlahovic e Chiesa, costati al tuo club quasi quanto una finanziaria. Se poi i 40 mila dello Stadium gioiscono lo stesso buon per loro, chi si accontenta gode.

Inter, la stanchezza annulla il coraggio

Sull’Inter la musica è la stessa, più o meno. Da sempre la gita a Torino pone enormi problemi a chi veste la maglia nerazzurra. O giochi male e perdi o giochi benino e perdi lo stesso, a meno che in panchina non ci sia Stramaccioni, ad arbitrare non ci sia Tagliavento che dopo 40 secondi convalida un gol di Vidal in fuorigioco di una vita e che tu non abbia Milito e Palacio in serata di grazia.

Inzaghi e suoi si sono adattati al pullman bianconero. Si sono accontentati, atteggiamento comprensibile valutando le energie spese da molti con le rispettive nazionali e avendo nel mirino una settimana non banale con Benfica e Napoli alle porte. Un po’ meno accettabile se si ha riguardo alla personalità dimostrata dalla banda interista da sei mesi a questa parte. Se riesci a giocare una finale di Champions con il City a viso aperto e alla pari sarebbe lecito aspettarsi analoga capacità anche in gare storicamente delicate del campionato ma non per questo più difficili.

Due risposte per una domanda

Poteva osare di più Inzaghi? Risposta a due facce:

  • Probabilmente si. Nell’unica occasione in cui la squadra ha giocato in velocità e in verticale ha squassato la linea maginot bianconera ed è arrivato il gol di Lautaro. Nel secondo tempo, mentre la Juventus rinculava sempre più un po’ di coraggio non avrebbe guastato.
  • Probabilmente no. La stanchezza nelle gambe di molti nerazzurri avrebbe giocato a favore della Juventus che aspettava solo un errore nerazzurro per ripartire, come in occasione del gol di Vlahovic. Le avvisaglie c’erano già state, Allegri è stato bravo a costruire una gabbia intorno a Calhanoglu, Mkhitaryan non era nella sua serata migliore e il dinamismo di Barella non sarebbe stato sufficiente a supportare con continuità una offensiva a più alta intensità. Ergo meglio salvare il punticino, confermare il primato e pensare al futuro. Paradossalmente,  l’impegno a Napoli potrebbe essere meno ostico da un punto di vista meramente tattico. Mazzarri gioca e fa giocare, gli spazi per Lautaro e Thuram saranno meno intasati e a Lisbona i più stanchi potranno riposare in panca visto che la qualificazione è già in saccoccia e il primo posto del girone si giocherà comunque a San Siro con la Real Sociedad.

Personalmente  accendo la seconda risposta.

Ultima nota: anche Sinner e la squadra di coppa Davis ringraziano per il pareggio, se avesse vinto la Juve la loro impresa sarebbe finita in quarta pagina.

 


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