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Lo scudetto e poi l’addio al calcio a 29 anni | “Non è più il mio mondo”: ora è un imprenditore di successo

Un uomo in giacca e cravatta - Foto Pixabay - Interdipendenza.net

Un uomo in giacca e cravatta - Foto Pixabay - Interdipendenza.net

Dopo avere vinto il campionato ha deciso di ritirarsi, oggi è un imprenditore di successo, ecco la sua seconda vita

Debuttare in serie A con una doppietta alla Juventus fa subito pensare a un predestinato. E così è stato un calciatore che ha avuto un impatto mediatico importante in Italia, contribuendo al periodo d’oro del Perugia di Gaucci, per poi vestire le maglie della Roma, del Parma e della Fiorentina.

Nella Capitale troverà spazio nonostante la concorrenza agguerrita e vincerà il campionato nel 2001. Il The Guardian lo definirà il David Beckham asiatico per l’enorme qualità del suo piede, la propensione offensiva in mezzo al campo e l’eccelsa visione di gioco.

Arriva a partecipare con la sua Nazionale, il Giappone, il Mondiale del 2006, vinto poi dall’Italia. Dopo l’eliminazione agli ottavi di finale per mano del Brasile, annuncia a sorpresa il suo ritiro dal calcio a soli 29 anni.

Una notizia che spiazza tutti dato che il fisico è integro e le sue recenti prestazioni erano state sempre di livello. Ma dietro una simile scelta c’era una motivazione nascosta, rivelata solo dopo parecchio tempo.

Ha vissuto il periodo d’oro del calcio italiano e ne è stato protagonista

L’ex trequartista ha rivelato di avere provato una certa sofferenza, ritenendo che il calcio fosse diventato solo business, con la passione per il gioco che era stata persa.

Una liberazione che lo ha portato a tornare in Giappone e scoprire il proprio territorio e le sue tradizioni. Ha viaggiato per il Paese nipponico, visitando laboratori artigianali e birrifici, ha studiato la coltivazione del riso e ha imparato a intrecciare bambù.

Nakata in campo con la maglia della Roma - Foto Lapresse - Interdipendenza.net
Nakata in campo con la maglia della Roma – Foto Lapresse – Interdipendenza.net

La nuova vita dell’ex calciatore, ha segnato un’epoca con la sua classe

Questo inedito percorso è stato uno step intermedio fondamentale per intraprendere una fiorente attività imprenditoriale nella produzione del saké, una bevanda alcolica ottenuta da un processo di fermentazione che coinvolge riso, acqua e spore koji.

Lo scorso marzo ha, di fatto, fatto pace con il suo passato, tornando allo stadio Renato Curi di Perugia, dove ha esordito in serie A nel 1998, per presentare un saké invecchiato in botti di rovere umbro e a gustarlo, tra i vari ospiti, c’era proprio quel Luciano Gaucci che per primo lo portò in Europa.