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L’Inter, i prestiti e poi l’arresto cardiaco | A 21 anni lascia il calcio: “Basta giocare, conta vivere”

Un uomo si tocca il petto - Foto Pixabay - Interdipendenza.net

Un uomo si tocca il petto - Foto Pixabay - Interdipendenza.net

Dopo il debutto con l’Inter è stato costretto ad appendere gli scarpini al chiodo, la salute è più importante

Era una delle promesse del calcio italiano ma la sua carriera è terminata con largo anticipo, dopo avere assaporato la gioia per il debutto sia in serie A che in Champions League con l’Inter, squadra in cui era cresciuto nel settore giovanile.

Un episodio simile a quello che ha coinvolto Edoardo Bove, con un epilogo diverso in quanto il centrocampista di proprietà della Roma sta per ricevere l’esito positivo dai test medici che gli consentirebbero di tornare a giocare, anche se all’estero.

Correva l’anno 2012, in un’Inter che aveva in rosa alcuni reduci dallo storico Triplete e con la presidenza di Massimo Moratti che va verso la sua conclusione. Il cambio generazionale non sta portando l’effetto sperato, con un calo di rendimento che proseguirà per tutto il decennio.

In una rosa, comunque, composta da campioni, con un bagaglio di caratura internazionale importante, muoveva i primi passi nel mondo del calcio professionistico un difensore di enorme prospettiva.

Un’ascesa fino al debutto in prima squadra

Lui era Felice Natalino, costretto a ritirarsi a soli 21 anni. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha raccontato del defibrillatore impiantato nel petto.

Dalla Calabria a Milano, con un sogno da realizzare: “A 15 anni finisco in Nazionale di categoria e nel 2009 disputo l’Europeo Under 17 in Germania. In famiglia tutti nerazzurri. Avevo la stanza tappezzata dai poster di capitan Zanetti“.

Felice Natalino in campo con la maglia dell'Inter - Foto Lapresse - Interdipendenza.net
Felice Natalino in campo con la maglia dell’Inter – Foto Lapresse – Interdipendenza.net

Una visita medica e la scoperta di soffrire di problemi cardiaci

Da tifoso si ritroverà poi a marcare alcuni dei suoi idoli, allenandosi con loro dopo il passaggio in Primavera. Con l’arrivo di Benitez arriva la convocazione per il ritiro estivo e poi l’esordio in gare ufficiali, a San Siro contro il Parma. Dopo una serie di prestiti, da Verona a Crotone, i medici scoprono dei battiti irregolari nel cuore e lo invitano a fare degli approfondimenti.

Lì arriva la doccia gelata: “Passo l’estate ad allenarmi di nascosto, continuo a passare di ospedale in ospedale. Alla fine il responso è definitivo: soffro della stessa cardiopatia di Morosini“. Il collega era deceduto pochi mesi prima e non ha voluto correre il rischio, ringraziando il cielo di avere scoperto il problema prima che fosse troppo tardi.