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Juventus-Inter, Marotta parla del momento. E su Simone Inzaghi…

Giuseppe Marotta Inter

Inter-Juventus, Marotta suona la carica. Dopo tre sconfitte, la squadra nerazzurra affronta forse l’avversario più duro come la squadra di Massimiliano Allegri. Ai microfoni di SportMediaset, prima della partita, ha parlato Beppe Marotta. Ecco le sue parole.

Su come si esce dal momento: “Con compattezza, unione, cultura del lavoro maggiore, senso di responsabilità forte. Queste sono le terapie migliori. Le motivazioni hanno un ruolo importante. L’allenatore è il leader del gruppo, vede la squadra quotidianamente, decide gli uomini da schierare, giustamente è lui il leader”.

Sul rapporto con Inzaghi: “Abbiamo fiducia e lo abbiamo detto. C’è un rapporto fiduciario pluriennale con lui, siamo contenti, abbiamo tre obiettivi diversi, ci giochiamo un po’ tutto ancora. In campionato siamo un po’ discontinui, mancano 27 punti, dobbiamo ritrovare la continuità smarrita. Stasera ci giochiamo una semifinale, settimana prossima un quarto di Champions. Il cammino è stato abbastanza importante. La cosa più importante per il club è la Champions, immaginare di essere fuori vorrebbe dire rivedere tutti i piani per l’anno prossimo”.

Su cosa è mancato alla squadra: “Quando giochi in campionato con altre squadre cosiddette provinciali, siamo mancati. Punti persi più per demeriti nostri che per meriti altrui, probabilmente è un fatto mentale, di concentrazione”.

Su Allegri: “Allegri è molto bravo anche nella comunicazione, fa parte del gioco. Inter, Juve e Milan sono sempre sotto pressione, i risultati sono importanti, ancora di più delle prestazioni. Per ottenerli però servono buone prestazioni. Allegri ha gestito un momento difficilissimo per il suo club. Anche noi dobbiamo trovare controindicazioni”.

Sul ruolo della dirigenza: “Siamo molto compatti a livello dirigenziale con l’allenatore, anche Ausilio e Baccin. Abbiamo parlato anche ieri coi giocatori, come sempre. La dialettica è frequente. Ripeto, non deve interferire nella gestione dell’allenatore che è il leader, lui usa le dinamiche giuste per concentrazione e organizzazione delle gare. Tutti, non solo gli allenatori, sono sotto esame, anche noi. Se non saranno centrati gli obiettivi, i colpevoli saranno tanti. Uno vince, gli altri perdono”.