Denzel Dumfries, da Rhoon a Milano: il suo racconto a DAZN

di Daniel Cavaliere, pubblicato il: 17/02/2022

Dumfries si racconta a DAZN.

In questi primi mesi nerazzurri, abbiamo imparato a conoscere un Dumfries sempre molto serioso sul campo, ma lui precisa che non è sempre così “Non è vero che non sorrido mai, io sorrido tutto il giorno, mi piace scherzare con i miei compagni di squadra, i miei amici, la mia famiglia. Lontano dal calcio non mi sono mai arrabbiato, non sono come sul campo da gioco!”. Denzel racconta anche la sua infanzia passata a Rotterdam, sua città natale e del sogno che aveva di diventare un calciatore professionista “La mia infanzia è stata bella. Sono cresciuto nella periferia di Rhoon, che si trova a due passi da Rotterdam. Era molto bello stare con la mia famiglia e mi trovavo molto bene a Rhoon. È vero, già da piccolo dicevo che sarei diventato un calciatore professionista. In famiglia non avevo qualcuno che giocava ad alti livelli, ma ero motivato nel volerlo diventare, avevo una grande motivazione e ho fatto di tutto affinché diventasse realtà”.

Prima di giocare nella nazionale olandese, ha giocato anche nell’Aruba “Ho giocato nella nazionale quando avevo 17 anni ed è stato un momento magico. Ho giocato solo due amichevoli per non compromettere la possibilità di giocare nell’Olanda. Ho anche origini surinamesi come altri due giocatori olandesi: Clarence Seedorf ed Edgar Davids. Per me sono due leggende ed è bello sapere che hanno giocato anche loro nell’Inter”.

Ricorda anche la sua prima esperienza solitaria nell’Heerenveen “È stato un periodo particolare perché è stata la prima volta che sono andato a vivere da solo. Distava 2 ore da casa mia e non ci tornavo spesso. È stato un periodo speciale perché ho imparato tantissimo sull’essere autonomo e a comportarmi e a pensare da professionista. Ho giocato lì solo un anno ma ho imparato tantissimo sulla vita”.

Ricorda il primo incontro avvenuto con l’Inter, in Champions, quando giocava nel PSV “Si, ho distrutto Perisic in quella partita! Scherzo, lui si arrabbia. Nel mio primo anno al PSV ho giocato contro l’Inter ed è stato bello. Nel PSV ho giocato tre anni e sono stato anche capitano, portare la fascia di una delle squadre olandesi più importanti è davvero bello”. Guardando una foto di PSV-Inter, che ritrae lui e Perisic, dichiara che in quel momento non pensava di diventare compagno con Perisic “Per tutti, giocare a San Siro era straordinario: l’atmosfera, i tifosi, era pazzesco. Nel PSV eravamo rimasti tutti molto impressionati dell’esperienza e pensare che ora ci gioco, è davvero speciale”.

Guardando una foto con Calhanoglu parla del suo rapporto che ha con il turco “È una persona fantastica ed è bello essere suo compagno di squadra. Fuori dal campo ci vediamo e i nostri figli giocano insieme”.

La sua esperienza all’Europeo, la reputa il suo punto di svolta “L’Europeo è stata un’esperienza indimenticabile, segnare due gol è stato un traguardo straordinario. Dopo l’Europeo ho notato che tutti mi riconoscevano. Credo di aver fatto un salto di qualità come calciatore”. Dopo l’Europeo, arriva il trasferimento in nerazzurro “Per me è stata un’estate davvero speciale: dopo l’Europeo, il trasferimento all’Inter. È davvero un sogno!


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