Inter, Willy Gnonto è il giocatore del momento per il calcio italiano. Il ragazzo classe 2003, di proprietà dello Zurigo, ieri sera, è stato protagonista nella partita di Nations League tra Italia e Germania. Entrato al posto di uno spento Politano, è riuscito ad entrare in maniera decisiva nella partita, sfidando il più scafato Kherer che “sapevo essere già ammonito, se sei un attaccante devi fare la differenza”. Assist al bacio e gol di Pellegrini.
In tanti, ieri sera, si sono accorti di lui. Ma i numeri e le giocate di questo ragazzo non sono passate inosservate agli addetti ai lavori che hanno guardato i settori giovanili. Gnonto, cresciuto nel vivaio dell’Inter, è sempre stato un ragazzo di talento, da svezzare e sgrezzare, certo, ma con dei colpi davvero molto interessanti.
Da ieri sera, in molti, parlano di Gnonto come rimpianto dell’Inter. Sì, perchè, come detto, il ragazzo, faceva parte del vivaio nerazzurro e ne è stato protagonista dall’età di 8 anni, quando fu prelevato dopo un provino dalla scuola calcio Inter Suno, fino ai 16 anni. Proprio lì il punto di rottura con la società nerazzurra.
Purtroppo – e questo è un discorso generale che vale per l’intero nostro sistema calcistico – i giovani del vivaio faticano a trovare spazio. L’Inter, nell’estate del 2020, aveva proposto il primo contratto a Gnonto che, però, decise di declinare l’offerta per trovare spazio tra i grandi. Scelta che ha pagato, visto il suo passaggio allo Zurigo e la vittoria del campionato. Scelta, allo stesso tempo, non semplice per un ragazzo molto giovane che, però, ha dimostrato di voler mettere il calcio davanti a tutto.
Gnonto è un giovane di talento che va fatto giocare, sbagliare e, quindi, crescere. Senza giudizi affrettati e senza critiche stroncanti. Il sogno è quello di ritornare in quella Serie A che, purtroppo, non è un posto per i giovani di talento – si pensi a un giocatore come Verratti con 0 presenza in A. Gnonto vuole spiccare il volo e crescere ancora, seguendo le orme del suo modello, Raheem Sterling del Manchester City e provando a essere l’uomo simbolo della ricostruzione dell’Italia di Mancini.
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