Home » L’Inter in Paradiso… sognando Beccalossi e Brera

L’Inter in Paradiso… sognando Beccalossi e Brera

Indice dei contenuti

1 L’Inter nel cuore, per parlarne e scriverne2 Ciotti e Brera3 I tempi cambiano4 Un dono dal cielo5 L’Inter in Paradiso6 La rivincita di una vitaL’Inter nel cuore, per parlarne e scriverne

Inter: la squadra nerazzurra era nel suo cuore e sognava di essere Beccalossi fin da ragazzino; aveva lo stesso fisico rotondo, la stessa (poca) velocità. E per i campetti oratoriani che frequentava, anche gli stessi piedi piedi fatati.
Ugo correva poco e sudava tanto, cercando di imitare il Beck ordinando più che giocando, cercando il sette sui tiri da fermo. Non soffriva degli sfottò degli amici perché c’era qualcosa che lo calamitava più del pallone che rotola: il pallone che faceva parlare e chi parlava di pallone. Se i suoi coetanei impazzivano per Emerson Lake &Palmer o per i Jethro Tull, lui registrava ogni tanto Ciotti e Ameri che declamavano le loro poesie domenicali a Tutto il calcio minuto per minuto, pendeva dalle labbra di Brera e Viola sulla Gazzetta che scroccava regolarmente al bar dopo la scuola.

Ciotti e Brera

Leggeva di gol, di mercato e di formazioni. Ma erano le definizioni breriane di Bonimba, di Rombo di tuono, dell’Abatino o quella breve ode “giornata calda e languida come gli occhi di Ornella Muti” declamata una domenica da Sandro Ciotti a Bari che facevano ad Ugo lo stesso effetto di un piatto di spaghetti dopo un viaggio di un mese in estremo oriente. Era troppo giovane Ugo per dedicarsi a scrivere e parlare di calcio e a scuola la matematica e il latino non si interessavano di Altobelli o Muraro. Ugo diventò adulto, poi uomo maturo, dedicandosi a mille altre cose diverse che la vita gli mise davanti, ma sempre con quel pensiero nella testa.

I tempi cambiano

I tempi cambiavano e mutavano anche i punti di riferimento di Ugo, sempre tinteggiati di nerazzurro ovviamente. Ugo continuava a vivere ed a sognare, tra i racconti sull’ interismo di Beppe Severgnini e lo zero tituli di Mourinho, tra i mille e più che riempivano internet di riflessioni ed idee anche stravaganti sull’Inter e quel grido di liberazione delle folle nerazzurre “il Principe diventa re nella notte di Madrid”. L’attesa stava ripagando il tifoso nerazzurro delle tante amarezze subite in decenni di sconfitte, ma ad Ugo restava comunque quel retrogusto amaro di leggere gli altri, di ascoltare gli altri.

Un dono dal cielo

Ma gli Dei del calcio talvolta hanno attenzione ai desideri dell’uomo. Avevano intuito il fuoco che, nonostante il passare del tempo, rodeva ancora Ugo come un tarlo nel mobile di legno pregiato. Le Divinità pallonare chiamarono dunque due del top management dell’empireo e li spedirono da Ugo con una mission non proprio impossible. Stava leggendo le rovine dell’Inter di Pioli quando i due suonarono alla porta, niente di indimenticabile né per l’interista né per l’affabulatore del pallone. Quando si trovò davanti le reincarnazioni di Giacinto Facchetti e Beppino Prisco, ebbe un mancamento.

L’Inter in Paradiso

Muoviti Ugo, non abbiamo tempo da perdere” intimarono le due leggende. “I Principali lassù si sono accorti che manca un periodico che parli di Inter. Noi due abbiamo già troppo da fare per star dietro a quelli scalcagnati di Corso Vittorio Emanuele e a quelli di Nanchino. Devi darci una mano…oh, intendiamoci, da qui, non c’è bisogno che tu venga su con noi. Questo è il tablet già configurato per inviare i pezzi. La rivista si chiama “L’Inter in Paradiso”. Sappiamo che il titolo è un po’ ottimistico ma che ce frega, almeno lassù siamo noi a fare come ci pare, senza Var, senza juventini, senza arbitri. Datti da fare.” E così come erano arrivati, sparirono.

La rivincita di una vita

Ugo sorrise, gli occhi si stavano inumidendo quando si alzò l’urlo della moglie dalla stanza accanto. “Ugoooo, vai tu a fare la spesa? No cara – rispose nascondendo la gioia – ho da fare, devo fare una cosa importante, vai da sola a fare la spesa, queste sono le chiavi della macchina e questa è la carta di credito“. Era una delle rare volte in cui il marito le mollava la carta di credito. La moglie restò per una attimo basita poi se andò felice, pensando che Ugo stava davvero invecchiando.

PS: Questa piccola storia è dedicata a tutti coloro che quotidianamente scrivono e parlano di Inter, in qualsiasi modo, su qualsiasi media, bravi o meno bravi, giovani o più attempati. E soprattutto ad uno di loro; oggi è una giornata importante per lui, si meritava un pensiero speciale. (1000)