Dalla Nazionale al ring | Il calcio è un capitolo chiuso: per campare prende a cazzotti la gente

Wrestling Ring - foto INSTAGRAM - Interdipendenza.net
Ha chiuso definitivamente con il calcio, adesso si è dedicato al wrestling: dal calciare un pallone al calciare gli avversari
Essere un calciatore non implica che bisogna praticare questo sport o farne parte per tutta la vita. Molti decidono di diventare allenatori, presidenti, direttori sportivi o opinionisti ma non a tutti viene riservato lo stesso destino.
C’è chi decide che dopo tanti anni bisogna cambiare pagina e dare una svolta definitiva alla propria vita. Ecco perché ci sono alcuni atleti che non seguono la massa e scelgono di cambiare e svolgere una professione che non ha a nulla a che fare con il calcio.
Chi sceglie di intraprendere un percorso diverso, si suddivide in due categorie. C’è chi opta per una vita lontana dai riflettori, vivendo tranquilli ed evitando i media ed i social network e chi invece preferisce non abbandonare la propria fama ma cambiare lavoro.
Ed è proprio recente la notizia che vede il calciatore, oramai ex, aver appeso gli scarpini al chiodo per impegnarsi in tutt’altro. Nello specifico nel wrestling, divenendo uno dei lottatori più esperti e tecnici della sua tipologia.
Dal rettangolo verde alla WWE
È rarissimo assistere ad un caso del genere ma ha spiegato lui stesso di aver voluto fortemente questo cambiamento. E così è passato dal difendere i pali nel rettangolo verde di gioco a lottare nei ring della WWE, la più importante federazione di wrestling al mondo.
Quando esordì, fu acclamato dal calore del pubblico, sorpreso dalla sua incredibile performance. La sua prima esibizione durò oltre 10 minuti, durante la quale combattè in un trio formato da Cesaro e Sheamus, contro Primo, Epico e Bo Dallas.

“The Machine”
Parliamo di Tim Wiese, ex portiere tedesco. Fu proprio lui a chiudere quell’incontro con una Big Splash, un tuffo sull’avversario steso a terra e a presentarsi a tutta la competizione: “Oggi mi sono scaldato contro dei bambini, alla prossima voglio degli uomini veri. La mia ambizione da calciatore mi ha portato fino in nazionale. Da wrestler voglio fare molta strada. Credo che questa sia l’età migliore per fare il wrestler. Quando sono nel ring non ho paura, sono gli altri che devono averla”.
Tanta personalità, che tutti si aspettavano da una persona come lui. Difatti i suoi ex compagni non si aspettavano un esordio differente da parte sua, proprio perché aveva la stessa mentalità quando indossava i guanti. Oggi è dunque una star internazionale, riconosciuta per il suo fisico scultoreo e la sua sfrontatezza, chiamata non a caso The Machine.