Il sogno Nazionale ed il Mondiale per Club, poi l’attentato | “Hanno ucciso il mio amico”, la sua vita non è stata più la stessa

L'auto della polizia - Foto Pixabay - Interdipendenza.net
La sua vita è stata stravolta dopo l’attentato che ha coinvolto il suo amico, il dramma del calciatore protagonista nel Mondiale per Club
Il Mondiale per Club è entrato nel vivo dopo la conclusione della fase a gironi e gli ottavi di finale che si stanno svolgendo in questi giorni, con la strada già tracciata verso la finale prevista per domenica 13 luglio a New York. La prima edizione del torneo che si sta disputando negli Usa ha visto già alcune sorprese, con le sudamericane che stanno dando filo da torcere ai blasonati club europei.
La manifestazione ha dato anche la possibilità a una squadra che ha vinto tutto nel proprio Continente di potere affrontare rivali del calibro del Bayern Monaco, del Boca Juniors e del Benfica, un girone complicato che l’ha resa la Cenerentola del torneo.
Questa squadra è l’Auckland City, composta da giocatori che svolgono altri lavori e che scendono in campo nel fine settimana e per allenarsi, concependo questo sport come una passione, tanto da spingerli a chiedere permessi speciali per volare negli Usa e sfidare avversari prestigiosi.
Tra i tesserati del club della Nuova Zelanda vi è un attaccante del 2001 che è diventato il primo di origine pakistana a debuttare in una competizione della FIFA, nel match perso contro il Benfica.
La Cenerentola del torneo ha battuto un record
Il calciatore in questione si chiama Haris Zeb che ha vissuto una vicenda drammatica. Ha deciso di trasferirsi in Oceania a gennaio, proprio quando si è presentata l’occasione di potere partecipare a questo torneo.
Ma nel 2019, alla moschea di Al Noor, ha assistito a un terribile fatto di cronaca che ha voluto raccontare proprio prima di esordire al Mondiale e realizzare così un sogno.

Dal dramma dell’attentato al sogno di giocare il Mondiale per Club
Haris era presente durante un attentato in cui sono morte 51 persone, tra cui un caro amico: “Uno dei miei migliori amici, Jibran, mi ha chiamato e mi ha chiesto se avessi visto il padre, ma purtroppo era stato colpito a morte. C’era anche un altro ragazzo pakistano, Talha, a cui ero molto legato“.
Una confessione toccante e la fuga verso un posto migliore, con il destino che gli ha regalato la possibilità di vivere un momento indimenticabile.