Attaccante nerazzurro nel panico: “Positivo alla sostanza vietata” | Due anni di squalifica

Serie A Enilive - foto LAPRESSE - Interdipendenza.net
Sentenza pesantissima, difficile da digerire: l’attaccante nerazzurro è stato trovato positivo ad una sostanza, out per 2 anni
Quando si parla di doping nel mondo dello sport, solitamente si crede sia correlato al ciclismo o all’atletica. In realtà, come testimoniano gli ultimi 30 anni, è strettamente correlato al calcio, che anno dopo anno ci ‘regala’ sempre più rivelazioni.
E’ la discipilina più al centro dell’interesse mediatico, essendo seguita e praticata in ogni parte del globo terrestre. Comprende centinaia di competizioni, soprattutto ai livelli più alti, dove i calciatori devono cimentarsi nell’elite e giocare contro i migliori.
Per essere sempre al top e cercare di vincere ogni trofeo, che sia di squadra o individuale, sono sottoposti ad incredibile uno stress fisico e psicologico. Due fattori che difficilmente riescono a domare, motivo per cui cadono nella tentazione di percorrere la via più semplice.
Ciò significa che sono tanti coloro i quali hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. Un comportamento decisamente illegale, pagato con una squalifica da parte delle Federazioni dei campionati in cui militano, che può durare anni.
Risultato positivo
E’ il destino riservato ad un attaccante che gioca nella nostra Serie A, squalificato per 2 anni in seguito al test anti-doping. Una vera e propria mazzata per la sua famiglia, arrivata oltretutto nel momento migliore della sua carriera.
L’argentino aveva realizzato quello che è sempre stato il suo sogno da bambino, che è poi d’altronde il desiderio di chiunque: diventare Campione del Mondo. Una gioia che oramai è svanita, perchè l’unica volizione è quella di ritornare finalmente a calcare il rettangolo verde di gioco.

Pronto a tornare
Parliamo di Alejandro Gòmez, che nonostante l’età avanzata per un atleta di 37 anni, non vede l’ora di ritornare a giocare in Serie A. In una recente intervista ha raccontato di come questo periodo sia stato il più difficile della sua vita: “Quando non si è abituati a stare a casa, ci si adatta. Ora ho dovuto adattarmi alla routine, agli orari, ai bambini a scuola, alle attività. A volte però non sopportavo più nessuno e finivo per esplodere. Ho iniziato la terapia un mese fa, penso che sia d’aiuto avere il sostegno di qualcuno all’esterno”.
Ha poi aggiunto che il padel gli ha salvato la vita: “Il padel mi ha salvato la vita, ho conosciuto più persone in un anno che in sette anni di vita a Bergamo. Mi ha aperto molto la mente, prima ero nella mia bolla, mi chiudevo in casa, ero il capitano”. Adesso però vuole ritornare a mettersi gli scarpini ed ha già tante proposte per farlo ad Ottobre, data in cui terminerà la sua sospensione: “Alcuni club hanno chiamato il mio procuratore per sapere come sto, quando finisce la squalifica e che intenzioni ho. Voglio aspettare il termine della stagione per capire in quale squadra potrei trovarmi bene, per poi fare il ritiro pre-campiomnato ed essere al top. Posso ancora fare la differenza, il piede è caldo…”. Il Papu è pronto a ritornare.