Eriksen è tornato nella giornata di ieri a Milano, per sottoporsi a degli esami medici. Dall'esito di questi ultimi si capirà quale sarà il futuro del danese. Il rientro probabilmente avrebbe meritato maggiore attenzione, ma è stato inevitabilmente offuscato dal terremoto scatenato dal Chelsea, che sta tentanto di strappare Lukaku all'Inter.
La Gazzetta dello Sport spiega che per quanto riguarda il trequartista bisognerà attendere almeno 7 o 10 giorni. In quel periodo arriveranno i responsi dei test che verranno effettuati in due strutture differenti. Gli scenari possibili, secondo la rosea, al momento sono tre. Sostanzialmente c'è uno scenario i cui Eriksen potrà tronare a giocare in Italia. In un altro questa ipotesi sarà da scartare completamente. Poi, come spesso accade, esiste una via intermedia.
Le strade sono tre: se il responso sarà positivo, Christian potrà togliere il defibrillatore e puntare a rientrare in campo nel giro comunque di almeno sei mesi; in caso di esito negativo, almeno in Italia non potrà più giocare a calcio; e poi c’è la terza possibilità con un responso intermedio: senza un responso definitivo – situazione migliorata ma con tracce dell’infiammazione ancora presenti – si opterà per nuovi test in autunno, rimandando così la decisione sul futuro di Christian.
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