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Moratti: “Ronaldo? Una questione di tifo. Ero convinto che con lui avremmo vinto tutto”

L’intervento di Massimo Moratti nel corso dello speciale “1997. Fenomeno Ronaldo” realizzato da Matteo Marani su Sky Sport

La nuova puntata di “Storie di Matteo Marani”, in onda su Sky Sport, intitolata “1997, Fenomeno Ronaldo”, racconta l’arrivo in Italia di Ronaldo. Nel corso del programma sono stati intervistati diversi protagonisti dell’affare, tra cui Massimo Moratti. L’ex patron nerazzurro ha svelato alcuni retroscena sulla trattativa che ha portato Ronaldo il fenomeno all’Inter per 48 miliardi di lire nell’estate del 1997. Ecco di seguito riportate le sue parole:

Una stagione in cui avevamo giocatori talmente forti che prendevi dalla panchina e sapevi di avere lo spettacolo più bello del mondo. Era una felicità andare alla partita. In quella stagione Simoni ha saputo trattare in maniera semplice i grandi giocatori. Dando in campo il ruolo giusto. Avevo la convinzione che l'Inter fosse talmente forte con Ronaldo da dover vincere tutto”.

“Portare Ronaldo all'Inter era una questione di tifo. Ho iniziato a pensare di prenderlo dopo una partita a Firenze, che perdemmo. Io ho lo stesso autista da 50 o 60 anni, venendo via dalla partita mi diceva che qui una volta si usciva dallo stadio e ci applaudivano, brontolando un po'. Per rispondere anche un po' arrabbiato dopo la partita dissi che avremmo preso Ronaldo. Non fu solo una battuta, da quel momento cominciai a seguire il discorso Ronaldo.

“La trattativa? Stavo andando a Padova a una riunione di Antonveneta. Ricevetti una telefonata da Branchini e mi disse che l'operazione era conclusa. Andai immediatamente da Sant'Antonio a ringraziarlo. Festeggiamo in banca”.

La Nike mi fece un'offerta ma non mi sembrava una gran cifra. Chiesi: 'E se prendiamo Ronaldo? La Nike non ci credeva. Quello diede una copertura abbastanza importante all'acquisto. L'Inter, infatti, passò da 2 miliardi di Umbro a 15 miliardi di Nike.

Cosa successe nel pranzo prima della presentazione? I primi momenti a tavola era intimidito, aveva un modo che sembrava un ragazzo serio, molto attento, occhi bassi. Dopo 10' sapeva i nomi di tutti, scherzava con tutti. Molto sveglio. Fu un'impressione molto buona, era un ragazzo molto intelligente”.

“La vittoria in Coppa Uefa? La serata di Parigi è stata la soddisfazione che ci era mancata per il campionato, una festa in una città bellissima. C'era la speranza che in futuro chissà cosa avremmo fatto”.

Massimo Moratti ha anco rivelato un clamoroso retroscena su Pelé: “Lo avvicinammo poco prima che diventasse tale dopo i campionati del mondo in Svezia del '58. In pratica il presidente del Santos disse di sì. Quando dovevamo chiudere il presidente chiamò dicendo che gli avevano bruciato la sede e non sapevano come fare. Mio padre disse che giustamente c'era di mezzo la vita e non c'era da preoccuparsi”.