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Esclusiva ID Daino, pt.3: “Sensi è l’Iniesta italiano. L’Inter vincerà , ma…”

In esclusiva, ai microfoni de La Voce Nerazzurra, Daniele Daino ha espresso il suo parere su diverse tematiche insieme ai nostri giornalisti.

Un venerdì sera importante per quanto ha riguardato i canali de La Voce Nerazzurra. Infatti è intervenuto l'ex calciatore del Bologna, nonché del Milan, ed attuale tecnico e dirigente Daniele Daino. Quest'ultimo, intervistato dai nostri giornalisti Davide Currenti e Luca Leoni, ha toccato diversi punti: dalla sua carriera fino all'attuale impegno con i giovani con un occhio critico sulle tematiche riguardanti il calcio moderno (clicca qui per la parte 1 e per la parte 2).

In questa terza parte l'ex terzino si è concentrato ad analizzare alcuni elementi della rosa nerazzurra partendo da Sensi: “Ho seguito molto il Sassuolo, sono stato due anni al Mapei a seguire tutte le partite in casa. Andavo per studiare un po’ di metodologia e caratteristiche di gioco di De Zerbi. Ed ho avuto modo di ammirare Sensi in maglia neroverde. A mio parere siamo difronte ad un giocatore con molto talento, per me è l’Iniesta italiano in quanto quando ha la palla tra i piedi vede la giocata. Ci sono pochi eguali in Italia. È un centrocampista offensivo/trequartistatra i migliori d’Italia -, con un unico problema: la fisicità“. Infatti spiega: “Con i campi asciutti – tipo inizio stagione – è devastante, poi con i campi bagnati fa un po’ di fatica sia per la struttura fisica che per problemi fisici. Alla fine nell’arco di un anno rischi sempre di perderlo per due tre mesi“. Nonostante ciò ora sembrerebbe essere pronto a tornare, sempre però nel suo ruolo: “Per me non può fare il regista basso, perché è molto leggero. Lui ha la giocata, nell’ultimo passaggio, molto importante ed andresti a penalizzarlo. A lui poi piace anche segnare qualche gol e se non avesse avuto diversi infortuni sarebbe tranquillamente un titolare sia dell’Inter che della Nazionale. Aggiungo poi che se Sensi non fosse stato fuori per infortunio così a lungo, l’Inter non avrebbe preso Eriksen. Per me Conte ha voluto il danese proprio per sopperire a questa mancanza con un calciatore dalle caratteristiche simili. C’è bisogno di qualità nel centrocampo fisico dell’Inter e le punte traggono vantaggio da tutto ciò”.

Terminata la disamina sul centrocampista, si è poi spostato su Lukaku e sulla possibilità di paragonarlo ad Adriano: “Secondo me Lukaku è un giocatore formidabile e se potessi scegliere una punta, la sceglierei con quelle caratteristiche e vi spiego perchè. Perchè questi tipi di giocatore oltre ad attaccare la profondità ed essere devastanti nell’1vs1, nei momenti di difficoltà sono un riferimento. In questo si rispecchia pure il gioco di Conte che quando viene pressato alto si appoggia con una palla morbida tra le linee al belga per poi far salire la squadra di conseguenza“. Ed aggiunge: “Secondo me tutte le squadre dovrebbero avere un calciatore così da affiancare ad un calciatore brevilineo come Martinez o Sanchez. Un grosso problema potrebbe essere se si dovesse fermare Lukaku, perché l’Inter potrebbe non girare. Oltre a questo è un ragazzo molto umile, facendo la doppia fase. Per me è tra i primi tre attaccanti al mondo insieme a Lewandowski ed Håland. Ci sarebbe pure Benzema, per caratteristiche, ma non lo metto dentro per un fattore anagrafico“.

La disamina poi continua: “Lo stimo sia dal punto di vista professionale che da quello della persona. Per me non è stato macchiato dall’episodio con Ibrahimovic, perché è un grande professionista ed un bravo ragazzo. Non è nella sua indole reagire così, sicuramente ci saranno stati già degli screzi tra i due ai tempi del Manchester United“. A proposito del paragone: “Un paragone con Adriano ci sta tutto per potenza, forza fisica ed il fatto di riuscire a lavorare spalle alla porta ed a spostare i difensori. Ecco, forse Adriano quando partiva palla al piede era ancora più devastante, perché aveva proprio quel dribbling che lo aiutava ad avanzare. Aveva più tecnica“.

Spazio poi ad una previsione sul match che questa sera vedrà impegnati i nerazzurri contro il Bologna: “Sicuramente Bologna è molto importante per me, ci ho giocato quattro anni ed è nata pure mia figlia. Vivo tuttora a Bologna ed ho dei ricordi bellissimi. Cercherò di sostenere il Bologna. Poi, nonostante ritenga che la forza dell’Inter è talmente superiore, che il Bologna deve fare la partita della vita per fermare una squadra così: non sarà facile per i nerazzurri. Sarà comunque una partita ostica, perché comunque il Bologna sta trovando la continuità e l’apporto di calciatori che prima erano mancati al mister. Attenzione dunque perché giocare contro gli uomini di Sinisa vuol dire fare una partita di sacrificio ed intensità“. Specifica poi: “I calciatori del Bologna non hanno nulla da perdere ed andranno in campo liberi, anzi con l’intento di andare a far male all’Inter conoscendo il mister. Poi l'importante è che capiscano  che è necessario fare un gol ai nerazzurri, se no prima o poi loro uno sicuramente te lo fanno“. 

Chiusura con una piccola riflessione sulla situazione Covid – che potrebbe penalizzare le squadre – ed il pronostico: “Dico che questa componente ha colpito un po’ tutte le squadre. Ovvio che se poi vengono a mancarti i migliori tutti in una volta – come Barella, Bastoni… – allora questo può incidere. Se invece ne mancano solamente uno o due, i nerazzurri hanno una coperta talmente lunga che possono sopperire a questo problema. Pronostico? Dico un'Inter super favorita. Un 1-3 per i nerazzurri che vedo come una corazzata e molto concentrati sull’obiettivo finale“.