Home » Eriksen come un pittore: sua la pennellata tricolore

Eriksen come un pittore: sua la pennellata tricolore

Il danese, ai margini fino a gennaio, ora si rivela l’artista che probabilmente regalerà  il tanto ambito e bramato titolo ai nerazzurri.

Tenterò di disegnare come un pittore e farò in modo d'arrivare fino al cuore con la forza del colore. Guarda, senza parlare“. Senza troppe parole, proprio come Christian Eriksen. Mai parole più azzeccate quelle dei Modà insieme agli Jarabe de Palo dell'indimenticato Pau Dónes. Così, senza tanti fronzoli o convenevoli. Solo tanta pazienza, determinazione ed un pizzico di sopportazione hanno fatto in modo che ad oggi, il danese, risultasse decisivo. Entrato sin da subito nel cuore dei tifosi, ora l'artista nerazzurro si riscopre determinante.

Con la sua specialità – il tiro da fuori – il n. 24 ha dato, nella serata di ieri, la sua pennellata migliore. Non su punizione, come quella del derby di Coppa Italia, ma con un tiro dal limite su sponda al bacio di Romelu Lukaku. Il tutto appena quattro minuti dopo il suo ingresso sul terreno da gioco. Il Mondo, specialmente quello del danese, si è letteralmente capovolto in quest'ultimi mesi. Dalle espressioni tristi degli ultimi scampoli di partita, ai sorrisi e alle esultanze delle ultime settimane. Due gol nelle ultime quattro partite.

La svolta proprio nel sopracitato derby contro i cugini rossoneri, lì è scattata la scintilla. Lì lui stesso ha dato un segnale a Conte: “Ci sono, sono pronto“. Da quel momento, tra i due, il rapporto è mutato radicalmente. A giovarne è stata tutta l'Inter. La chiave di tutto però, probabilmente, è da ricercare a monte. Con la mente bisogna tornare al mese di gennaio durante il quale, per svariate settimane, l'ex Tottenham fu più volte vicino a lasciare Milano dopo appena una stagione. Un grazie, in questo caso, va fatto alle difficoltà economiche nerazzurre di quel tempo che non permisero nessun tipo di trattativa rimandando ogni genere di discorso.

Da lì in poi solo sorrisi per il mago o direttore d'orchestra – dal video di presentazione alla Scala – che con il suo temperamento mite e rispettoso ha lavorato sodo per guadagnarsi la fiducia del mister. Si è adattato in un ruolo non propriamente nelle sue corde al 100% ed è cresciuto e maturato. Ha raggiunto, in poche parole, una nuova consapevolezza. Consapevole dei suoi mezzi, della sua qualità e delle sue capacità. Ha ritrovato, in men che non si dica, la gioia di scendere in campo: il sorriso dei giorni migliori. A distanza di un anno e mezzo l'Inter riscopre il suo pittorel'ultima pennellata è stata data. Ora non resta che attendere pazientemente che il colore si asciughi per apporre la firma finale a questo capolavoro.