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Inter, Zanetti si racconta: che parole sullo scudetto vinto. E su Inzaghi…

Javier Zanetti

Inter, Zanetti parla dello scudetto vinto. In casa nerazzurra l’euforia è tanta dopo la vittoria del tricolore. Un obiettivo puntato fin da inizio ritiro e centrato alla grande. Di questo e di tanto altro, ai microfoni di Radio Serie A, ha parlato il vice-presidente nerazzurro, Javier Zanetti. Ecco le sue parole.

Sui nerazzurri: “Dico sempre che l’Inter è la mia famiglia: siamo una cosa sola”.

Sullo scudetto: “Dal primo giorno di allenamento il mister, i ragazzi e lo staff erano concentrati su questo obiettivo. Sapevamo di avere una squadra forte, ma dovevamo dimostrarlo e così è stato. L’Inter di quest’anno ha fatto partite incredibili, con un grande gioco e i tifosi si sono divertiti veramente. Questo ti rende orgoglioso. Noi non ci siamo mai nascosti: avevamo sempre detto di voler essere competitivi fino alla fine cercando di arrivare dove siamo arrivati”.

Se questo scudetto è paragonabile da altri: “Momenti diversi, squadre diverse, ma rimane l’essenza e i valori del nostro club. Questo è un gruppo bellissimo, soprattutto fuori dal campo e non è scontato. E’ un gruppo molto unito, coeso nei momenti di difficoltà. Hanno dimostrato grande personalità”.

Sulla seconda stella diventata quasi un’ossessione: “Mai, non fa parte dei nostri valori. E’ stato un sogno diventato realtà domenica dopo domenica vedendo giocare la squadra. Durante le partite capitano i momenti di difficoltà, ma si vedeva che i ragazzi volessero scrivere una pagina importante del club anche con la grande cultura del lavoro”.

Su dove è nata la seconda stella: “Il mese di gennaio è stato importante, con tutte partite molto ravvicinate. Quel filotto di vittorie ci ha permesso di allungare con una squadra molto forte anche a livello mentale. E’ stato molto impegnativo, ma sapevamo che quel mese fosse determinante. Lo abbiamo affrontato nella maniera migliore”.

Sulla vittoria del campionato al derby: “E’ una cosa unica, storica. Poche volte ti può capitare, noi abbiamo colto la possibilità e l’abbiamo portata a termine. Sapevamo sarebbe stata una partita molto complicata, ma i ragazzi sono stati straordinari. Gli ultimi minuti di sofferenza fanno parte del nostro DNA, dopo il triplice fischio non abbiamo capito più niente”.

Sull’Inter meno pazza: “Sì, è stata molto continua. Grandissima personalità e padronanza durante tutte le partite, è stata una delle chiavi per vincere il campionato”.

Su chi pensava potesse competere per lo scudetto: “Di sicuro pensavamo che il Napoli fosse di grandissimo valore e sapevamo che Milan e Juventus volevano lottare per lo stesso obiettivo. Sapevamo anche che se avessimo fatto ciò di cui eravamo capaci, sarebbe stato difficile per tutti. C’era grande consapevolezza. Vedendo allenarsi questi ragazzi si vedeva la forza del gruppo, merito di Simone e del suo staff”.

Sul patto scudetto: “Non c’era bisogno. Tutte le componenti erano dietro lo stesso obiettivo”.

Sui pregi di Inzaghi: “Nel rimanere calmo e sereno nei momenti di difficoltà, era consapevole di ciò che potesse fare credendo nel suo lavoro. E’ stato molto criticato esternamente, ma la società l’ha supportato. Quando scegli un allenatore devi dargli il tempo necessario per lavorare e capire che ci sono dei percorsi che passano anche da momenti di difficoltà. Bisogna accompagnare l’allenatore. Vedevamo che la squadra non meritava di perdere in tante partite poi perse, perché la prestazione c’è sempre stata. Essere arrivati in finale di Champions ha portato a credere ancora in Simone e abbiamo avuto ragione”.

Sullo scudetto nato nei momenti di difficoltà: “Ogni successo nasce dalle difficoltà che ti portano resilienza e consapevolezza di dove lavorare per arrivare all’obiettivo. Da parte nostra c’era preoccupazione per i risultati che non arrivavano, ma le prestazioni c’erano. Siamo stati vicini al nostro allenatore, dicendogli che credevamo nel suo lavoro e provando a capire come uscire insieme da quel momento di difficoltà. La società deve essere sempre presente”.