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Icardi Inter, due le controindicazioni principali per Spalletti

ICARDI INTER – La Gazzetta dello Sport, in edicola questa mattina, sottolinea le novità in casa Inter circa Mauro Icardi, che oggi tornerà in campo con i nerazzurri e sarà titolare nella delicata gara contro il Genoa.

Queste le parole del quotidiano: “È stato definito prima un giocatore nuovo, poi un trascinatore: le vie di mezzo non sono di questo mondo, un dubbio sarà venuto – anzi no, è venuto – pure a qualche compagno di squadra, sorpreso da un’evoluzione della storia così rapida nelle ultime ore. E allora verifiche in corso, perché il famoso passaggio di «scuse» con i colleghi di armadietto non c’è stato. E Icardi è comunque tornato dentro.

Bastava prendere randellate in allenamento? No, ma la ragion di Stato chiamata Champions impone qualche concessione al percorso scolpito nella pietra da parte dei protagonisti. Si passa sopra tutto, adesso sì.”

Icardi Inter, la Nord insorge

La rosea riporta anche le reazioni del tifo organizzato: “Ma non ditelo ai tifosi, almeno non a quelli della Curva Nord che ieri si sono presentati ad Appiano, hanno appeso uno striscione del tipo «avanti con gli interisti, Icardi vattene», poi quando è uscito il pullman della squadra hanno urlato «Icardi uomo di m…». Eccola, la seconda controindicazione. Dura tornare indietro. Si dirà: basta un gol. Forse no, perché c’è da immaginare che stasera gli ultrà presenti a Marassi non saranno teneri e non lo saranno neppure domenica a San Siro con l’Atalanta. Altra salita da percorrere, altra montagna da scalare. Forse è solo un’altra puntata dell’autolesionismo”, riporta La Gazzetta dello Sport.

“Poi ci sono i numeri, al fianco dei comportamenti. Icardi è ancora oggi il capocannoniere dell’Inter, un valore tecnico questa cosa non può non averlo, a maggior ragione ora che è si è infortunato Lautaro. E forse una buona dose di preoccupazione in più stasera ce l’avranno anche i difensori del Genoa. Di fronte avranno un centravanti e un’Inter motivata a sfruttare l’assist involontario del Milan. Laggiù si vede la Champions, si deve vedere la Champions. Poi è bene non andare oltre con lo sguardo. Perché di nero e d’azzurro i protagonisti di questa storia ne vedranno poco, oltre il 26 maggio”.

Fonte: Gazzetta dello Sport