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Coronavirus, Moratti:” Brutto vedere il calcio litigare per ripartire”

Massimo Moratti è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo per commentare l’attuale situazione d’emergenza nel mondo del calcio

Massimo Moratti è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo per commentare l'attuale situazione d'emergenza nel mondo del calcio. L'ex presidente nerazzurro ha espresso il suo parere sulla possibile ripresa imminente del campionato, soffermandosi sullo scontro tra Giovanni Malagò e la Lega Serie A. Ecco di seguito riportate le sue dichiarazioni:

È una cosa brutta e decisamente stonata con la situazione generale drammatica che la gente sta vivendo con speranza e voglia di rivedere le cose a colori. Approfittarsi di questo per portare a casa ognuno il proprio vantaggio è una delle cose peggiori che possano capitare: tanti esempi non di unione di intenti, della quale ore avremmo bisogno. Sinceramente, la Lega Serie A in questo momento sta guardando agli interessi delle varie società ed è normale che lo possa fare, l’unica cosa è che la Lega non è unita neanche al suo interno e questo lascia dei dubbi anche sulla sua finalità. Le squadre di calcio come patrimonio hanno i giocatori e questi vanno difesi, questo è uno dei motivi per cui bisogna fare molta attenzione a ripartire: è una questione di interesse anche a difesa della propria società e questo è uno dei motivi per il quale starei più attento di quanto in questo momento temo siano le squadre di calcio”.

“Ho parlato con medici e sono sinceramente molto prudenti e critici rispetto a questa smania di voler partire. Ecco, in questo senso credo che l'Inter si stia comportando molto bene, avendo lasciato che Piero Volpi raccontasse la brutta avventura vissuta e che facesse capire quanto sia pericoloso. Per quanto riguarda i giocatori, hanno il loro lavoro che amano e per forza sono conseguenza di qualcuno come società, dirigenti e istituzioni. Loro non possono fare altro che seguire questo. Ho sentito solo Romelu Lukaku parlare chiaramente facendo presente quale fosse il pericolo. Poi, se gli assicurano che tutto questo è sicuro, è ovvio che i giocatori non possono fare altrimenti”.