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Sacchi: ” Prevedo un 4-3-3: vogliono vincere attaccando”

Troppo mercato, la pensa così Arrigo Sacchi, che dalle colonne della Gazzetta dello Sport parla di derby di Milano. “Mi sembra che Thohir abbia seguito fedelmente le richieste del suo tecnico Mancini. Domani Inter e Milan si affronteranno in un derby arrivato troppo presto con le due squadre ancora alla ricerca di una propria identità. Entrambe le compagini viste le rivoluzioni compiute in estate, potranno dare il meglio solo più avanti quando il tempo e gli allenamenti miglioreranno amalgama, collaborazione e gioco. L’Inter, che nel precampionato aveva deluso, oggi è in testa alla classifica a punteggio pieno anche se il gioco non è ancora convincente e non potrebbe esserlo visti gli acquisti last minute e lo scarso tempo a disposizione. Mancini è l’autore del nuovo progetto nerazzurro: aspira a guidare una squadra creativa e positiva. L’obiettivo è vincere e divertire con un football frizzante ed offensivo”.

Poi continua : “Roberto e Sinisa stanno lavorando con passione per ridare prestigio a due grandi club ma l’apporto societario sarà fondamentale per riuscirvi. Se il Milan dunque sembrava più avanti in precampionato oggi sono i nerazzurri ad avere un leggero vantaggio. Allora non resta che sperare che la partita di domani sia emozionante, perché difficilmente sarà bella e ben giocata. Però il tempo e la mancanza di impegni settimanali aiuteranno l’apprendimento. Il Milan giocherà con un 4-3-1-2 mentre l’Inter probabilmente con un4-3-3 e assisteremo da sponda nerazzurra all’esordio di Melo e Perisic mentre da parte rossonera Balotelli dovrebbe partire dalla panchina. Il centrocampo dovrebbe essere più a vantaggio dei rossoneri, mentre le fasce dei nerazzurri, anche se secondo me saranno determinanti spirito di squadra e un’idea brillante di gioco. Perché quando una squadra gioca con armonia e chiarezza tutti i protagonisti sembrano bravi, l’esatto contrario di quando si gioca un calcio confuso. Persino Messi, il miglior giocatore del mondo con il Barça, è solo un giocatore normale quando gioca con l’Argentina. Purtroppo il bel gioco non si compra ma è frutto di idee brillanti, didattica, chiarezza, sensibilità e lavoro dei tecnici in ambienti competenti e positivi”.