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Cacciatore come Morinho: un urlo contro il sistema

Indice dei contenuti

1 Cacciatore come Mourinho2 Dal rigore per il Chievo all’espulsione3 Personaggi diversi ma un unico grido4 Siamo tutti CacciatoreCacciatore come Mourinho

All’inizio fu Mourinho. Fu uno dei momenti più indimenticabili del mourinhismo nerazzurro quel gesto chiaro, inequivocabilmente ribelle contro il sig.Tagliavento, reo di aver espulso Samuel e Cordoba nella gara contro la Sampdoria terminata 0-0. Quel gesto di contestazione plateale non solo verso l’arbitro della serata ma verso tutto il sistema che in quel momento cercava in ogni modo di fermare l’armata nerazzurra lanciata verso il Triplete.
La storia si ripete stasera. E’ stato il giocatore del Chievo Cacciatore, secondo espulso dei veronesi dopo Bastien, a incrociare le mani in alto nel gesto delle manette.

Dal rigore per il Chievo all’espulsione

Asamoah aveva steso con una spallata il difensore del Chievo, rischiando il calcio di rigore. Cacciatore è restato a terra, soccorso dallo staff medico. Quando si è rialzato, è stato invitato da Maresca ad uscire dal campo e ad aspettare la battuta del calcio d’angolo conquistato dalla Juventus prima di rientrare. Il giocatore allora è uscito dal campo e perdendo la testa ha fatto più volte il gesto delle manette. A quel punto il guardialinee richiamava l’attenzione dell’arbitro Maresca che espelleva Cacciatore. Insomma da un possibile rigore per il Chievo sullo 0-0 a un Chievo ridotto in nove che, come logico pagherà pegno da li a breve con i due gol bianconeri.

Personaggi diversi ma un unico grido

Mourinho e Cacciatore: due personaggi che non potrebbero essere più diversi tra loro. Ma entrambi hanno sentito dentro di loro il fuoco dello sdegno contro un’ ingiustizia subita. Mourinho e Cacciatore hanno urlato con quel gesto la loro ribellione ad un sistema che continua a seminare ingiustizie e polemiche più che attuare equità. Con qualche differenza. La statura di Mourinho e dello straordinario gruppo che guidava furono più forti di quella casta. Cacciatore ha dalla sua solo la forza dei giusti. C’è (anzi poteva esserci) un’altra differenza tra i due. Cacciatore poteva avere dal sua il VAR, ma anche questo è ormai diventato un accessorio simile ad una “pochette” da indossare secondo i gusti.
Quel gesto di ribellione è costato a Cacciatore l’espulsione e probabilmente una squalifica. A Mourinho dettero tre giornate, a lui forse qualcuna in più.

Siamo tutti Cacciatore

Ma Cacciatore potrà comunque camminare a testa alta.
Quel gesto non rappresenta una semplice protesta, un gesto plateale di un giocatore in un momento di trance agonistica.
Quel gesto è l’urlo lanciato in faccia al mondo del calcio intero per gridare che non si può andare avanti così.
Nelle manette di Cacciatore c’è  l’anelito alla giustizia sportiva. Nonostante tutto e nonostante le belle parole, ancora troppo spesso violata, troppo spesso negata, specialmente quando dall’altra parte c’è la Juventus.