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UEFA FFP: l’Inter ha sofferto fino al 30 giugno, ora tocca al Milan

Indice dei contenuti

1 I rossoneri alle prese con il Voluntary agreement per evitare sanzioni UEFA2 Indebitamento ammesso se i ricavi sono adeguati3 Il Milan sotto osservazione UEFA da quest’anno: situazione non facile4 Occorre il Voluntary agreement5 I dubbi sull’esito6 Il business plan rinviato dall’UEFAI rossoneri alle prese con il Voluntary agreement per evitare sanzioni UEFA

In un articolo pubblicato sul sito Goal.com-Economy, Marco Bellinazzo torna sulle polemiche aperte dalle dichiarazioni di Ilaria D’Amico a proposito della sostenibilità delle spese del Milan nel calcio mercato che sta per concludersi per il FFP.
Il giornalista del Sole 24 Ore compie una articolata riflessione sulla gestione finanziaria degli acquisti e sull’impatto sui bilanci rossoneri che questi porteranno nel medio-lungo termine.
La tesi di Bellinazzo è che il Milan debba preoccuparsi molto più del secondo aspetto che non delle coperture finanziarie.

Indebitamento ammesso se i ricavi sono adeguati

In quest’ ottica l’UEFA non sanziona l’indebitamento in quanto tale, purchè il club dimostri che i ricavi complessivi permettono di sostenere i costi di gestione e gli interessi passivi per remunerare i prestiti ottenuti.
In poche parole, per il FFP il valore dell’indebitamento può essere anche assai elevato, purchè i ricavi coprano tutti gli oneri che ne derivano.
Quindi bilanci in pareggio o al massimo con perdite per 30 milioni.
Questo ammette l’UEFA.
In caso contrario scattano le prescrizioni per la riduzione dei debiti.

Il Milan sotto osservazione UEFA da quest’anno: situazione non facile

Il Milan non si trova ancora in questa situazione.
Non partecipando alle Coppe europee, i rossoneri non erano fino ad oggi sotto il controllo dei bilanci.
La situazione cambia da quest’anno.
Il Milan è in Uefa League, dunque fin dai prossimi mesi andranno sotto la lente di osservazione i bilanci rossoneri degli anni 2014/15, 2015/16 e 2016/17.
E qui casca l’asino.
Secondo Bellinazzo infatti, pur non avendo tutti i dati disponibili, “si può ragionevolmente dedurre che il club rossonero sia oggi nettamente oltre i limiti delle perdite d’esercizio fissati dalla Uefa (30 milioni).
In questi tre anni, infatti, la società ha accumulato un rosso di 250 milioni
.”

Occorre il Voluntary agreement

Dunque la situazione economica del Milan sarebbe passibile di sanzioni UEFA, a meno che il Milan non ottenga il “ Voluntary Agreement”, accordo che l’UEFA concede ai club con nuove proprietà che devono investire.
Per fare ciò occorre che la società esponga un piano credibile di sviluppo dei ricavi in un arco temporale di 3/5 anni.
Questo è il problema principale che anche Bellinazzo evidenzia chiaramente.
Sta di fatto che l’UEFA ha già rifiutato nei mesi scorsi il business plan presentato da Yonghong Li nel quale si ipotizzava una crescita di fatturato fra il 2018 e il 2022, dagli attuali 250 a oltre 500 milioni, grazie ai ricavi Champions e agli introiti commerciali in Cina.
Il piano sarà riproposto in autunno”.

I dubbi sull’esito

Come si pronuncerà l’Uefa?”
Il “ Voluntary Agreement” non può essere concesso a nuove proprietà se il club è già in regime di sanzione.
Il Milan formalmente non lo è ma di fatto è ben oltre i parametri dell’indebitamento.
E per finire: due altri rilievi non di poco conto.
Il primo: è vero che gli acquisti del faraonico mercato milanista non graveranno tutti sul bilancio di quest’anno.
Ma è altrettanto indubbio che i prossimi esercizi saranno pesantemente condizionati da ingaggi, commissioni e ammortamenti dei giocatori acquistati in questo mercato.
In secondo luogo: il finanziamento del fondo Elliot ed altri mutui contratti segnano un aggravamento della situazione debitoria del club.
Di fronte a tali fattori, il rischio che l’UEFA possa avere una posizione tutt’altro che accomodante non è da sottovalutare.
Per questo, conclude Bellinazzo, “sarà cruciale per la società dimostrare di avere una rosa competitiva (e patrimonialmente rivalutata) per essere in lizza per accedere alla prossima Champions.
E soprattutto avere nero su bianco nuovi e remunerativi contratti commerciali
.”

Il business plan rinviato dall’UEFA

Da parte nostra solo una ulteriore aggiunta, proprio sul business plan presentato dal Milan e rimandato al prossimo autunno.
Il 16 giugno scorso, il Sole 24 Ore riportava stralci del piano che prevedeva non la crescita, ma l’esplosione dei ricavi; in pratica un raddoppio netto nell’arco di cinque stagioni.
L’esperto del Sole 24 Ore Carlo Festa lo giudicava con queste parole :
È ambizioso, forse troppo, il piano industriale realizzato dall’uomo d’affari cinese Mr Li e relativo alla crescita dei ricavi e della redditività del club rossonero nei prossimi 5 anni. ….
Insomma, numeri assai ambiziosi.
Numeri che la stessa Uefa ha considerato di verificare nei prossimi mesi, per capire se siano realistici o meno
”.
Vedremo nei prossimi mesi il piano che il Milan proporrà all’UEFA e le decisioni di quest’ultima.
Fonti: Goal.com, Il Sole 24 Ore