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Russia 2018, il mondiale dei muscoli

Le big, facili disillusioni

Russia 2018 all’insegna delle sorprese, anche se parziali. Un torneo dove, fin dall’inizio, è parso chiaro che per le cosiddette “big” era meglio togliersi le illusioni circa la possibilità di partite facili. C’era chi pensava di portare a casa i 3 punti senza sudarli fino all’ultima goccia, incontrando formazioni africane, piuttosto che il Giappone, la Korea o l’Australia. Ma ha capito che i tempi del pronostico fisso ha lasciato il posto, in numerose occasioni, alla tripla. E se qualcuno si è stupito vedendo andare a casa al primo turno squadre come Argentina, Germania e Spagna, possiamo tranqullamente riprendere la classica battuta sulla sfericità del pallone. Questo è beffardamente finito nel sacco tedesco, per ben 2 volte, contro quella squadra (Korea, ma del Nord) il cui nome ancora risuona infausto per i nostri azzurri. Proprio loro, nei mondiali 1966, uscirono battuti ed eliminati per 1-0 dal gol di tale Pak Doo Ik, forse più noto come dentista che come calciatore. Di certo, chi tra gli scommettitori ha iniziato a diffidare dei bookmakers, evitando pronostici scontati, ha avuto buone occasioni per fare qualche soldo più del previsto.

Germania ferita nell’orgoglio, e Brazil….

Ora possiamo finalmente rendere ai tedeschi di Germania, con gli interessi, quegli sfottò che all’epoca toccarono a noi. Ride bene chi ride ultimo, si dice, e la loro disfatta appare più clamorosa della nostra non solo nel punteggio, ma soprattutto nell’orgoglio di campioni uscenti. Addirittura avevano già prenotato le strutture alberghiere in cui erano convinti di soggiornare in vista delle partite successive! Ma, aldilà di tutto, è estremamente utile considerare che più che mai è pericoloso dare poco credito a squadre considerate minori. In realtà, nel complesso lo sono se si valutano nell’ottica essenziale del tasso tecnico, dell’esperienza e dell’arguzia tattica. Ma guai a non tener conto della caparbietà, corsa, tenuta atletica e agonismo che esprimono contro formazioni dalle qualità tecnico tattiche e blasone ben superiori. Non esattamente lo stesso discorso sulla sorpresa relativa di ieri sera, con il Brasile colpito e affondato nelle immediate vicinanze dei Paesi…bassi (Olanda) non presenti alla rassegna russa. In effetti, il Belgio è “alto” e ben poco outsider, anzi esibisce un attacco di tutto rispetto, con 2 gol alla difesa meno battuta del torneo, che vale una qualificazione storica alle semifinali.

Braccia roteanti e arbitri tolleranti

Altre osservazioni sul mondiale e in diverse occasioni significative, vanno fatte all’indirizzo di una tendenza ad una contesa muscolare ormai diffusa. Ho visto giocare troppi interpreti in campo usando a volte più gli arti superiori che quelli deputati alla tipologia di sport in questione, ovvero i piedi e le gambe. Non si tratta di situazioni di gioco interrotte da falli gravi o intenzionali, ma di scorrettezze plateali a cui ormai pochissimi, sia giocatori che arbitri, non sembrano assuefatti: magliette strappate, calzoni tirati fino allo smutandamento, prese da rugby, episodi di lotta greco-romana, braccia roteanti e manate in faccia, pestoni. Tutte tecniche a torto standardizzate, perchè dovrebbe esistere un limite (ok per il gioco maschio, ma…).  I primi a sbagliare, progressivamente,sono proprio gli arbitri tolleranti, che non dimostrano sufficiente autorevolezza nello stigmatizzare e punire certi eccessi.

CR7, rinascita in bianconero?

Infine, eccoci ad assistere, dopo luminose carriere, a qualche meno glorioso tramonto. Il tempo scorre inesorabile, a volte non ce ne accorgiamo ma è scandito anche da questi segnali: il classico “crepuscolo degli dei”. Nel caso, incarnati da tali Leo Messi, e lo stesso Cristiano Ronaldo, due signori del calcio in tutti i sensi, non ultimo quello delle ricchezze accumulate. Due assi che hanno mostrato le prime rughe, non incidendo decisamente sui risultati finali delle loro nazionali come le tifoserie si aspettavano. Rigori determinanti falliti, prestazioni a volte incolori, e mesto rientro nei ranghi con la sensazione, inevitabile, di aver ufficialmente imboccato in Russia la parabola discendente. Ora, nemmeno nel mercato delle stelle (cadenti?) l’ipotesi di CR7 alla Juventus potrà significare davvero una sua seconda giovinezza, oltre i 33 anni e dopo ben 8 di maestosi trionfi con i “blancos” di Madrid. Un cambio radicale di tutto (squadra, gioco, schemi, abitudini, ambiente) potrebbe risultare difficoltoso da metabolizzare, anche per un atleta come lui, pur con fisico ancora esplosivo e carisma da vendere.

CR7, speranze, critiche e malumori

La tifoseria bianconera, giustamente entusiasta all’idea di vederlo in campo, rifletta però su un impegno finanziario (circa 360 milioni di €) colossale per una squadra italiana, ma che non garantisce di diritto il successo in una Champions chimera negli ultimi anni. Pare poi ci siano già molti dubbi, critiche e malumori, sia per i consistenti aumenti dei prezzi stadio in casa Juve, che tra le aziende Fiat ad essa collegate con la presidenza Agnelli. Maestranze sdegnate per le montagne di soldi elargiti (30mln/anno NETTI) ad un singolo giocatore, ma contratti di lavoro bloccati da 10 anni per gente che lavora 8 ore al giorno, a 1300€ al mese. Indizi che siano già da interpretare come primo “ammortamento” per l’ingaggio di CR7? A spese dei tifosi, è un grosso rischio, se dovesse andare diversamente dalle aspettative…

Oltretutto, questa Inter…

Già, la nostra beneamata! Nel complesso non credo ci sia più dell’1% dei tifosi in grado di disprezzare la campagna acquisti che sta per concludersi, anche se probabilmente ci sarà qualche addio in questa Inter. Con un pò di rammarico per chi aveva voglia di riconquistarsi un posto al sole (Vecino, Eder, Candreva), ma la squadra di Spalletti ha adesso davvero le carte in regola anche per contrastare una Juveronaldizzata” a suon di milioni. I nomi finora entrati in rosa nerazzurra sono di tutto rispetto, e possono garantire anche quell’allungamento di qualità della panchina che era parso handycap fino allo scorso campionato. Non del tutto persa la speranza di riacciufare quel Rafinha sfuggito per mano del FPF, non si può ignorare che l’arrivo di Nainggolan rappresenti un contrappeso decisamente determinante. Ovviamente, sempre che mantenga i rendimenti che alla Roma lo hanno reso spesso protagonista (purtroppo anche contro l’Inter…). Un giocatore che arriva forse in ritardo, considerati i precedenti, ma che in ottica Champions può fare la differenza dal centrocampo in su. Da schierare affiancando Perisic e con alle spalle un Brozovic rigenerato, in alternativa a Vecino/Borja Valero. E Politano: speriamo sia maturo per il salto di classe… Ma almeno non farà più ammattire la nostra difesa. De Vrji, giocatore completo e affermato, non dovrebbe avere contraccolpi. Asamoah: può ancora dare un buon contributo in difesa. Martinez: c’è molta attesa su un attaccante delle sue credenziali, e se funzionerà l’intesa con Icardi e Perisic, si divertirà luì e anche gli altri. Un pò meno gli avversari…