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Moratti vada da Mc Donald’s, la cena di Agnelli è una mela avvelenata

Strane coincidenze. Marotta esiliato dalla Juventus, dopo 48 ore tutti a parlare di un suo arrivo all’Inter. La Figc non trova un Presidente, si era fatto il nome anche dell’ex Ad bianconero che però avrebbe rifiutato. E dunque Andrea Agnelli, che si ritiene il king maker di tutto, anche delle feste rionali, invita a cena Massimo Moratti per offrire a lui la Presidenza. 

Politica calcistica ai massimi livelli, di cui di certo ci sfuggono gli aspetti più reconditi e dunque possiamo parlare solo da osservatori-lettori-tifosi. E in questa veste parliamo, per l’affetto che ci lega al Presidente del Triplete, per quello che è stato e per quello che ancora rappresenta nel mondo nerazzurro. E per l’amore che ci lega ai colori nerazzurri naturalmente. Non accetti quell’invito Moratti. O se proprio lo deve fare lo faccia come semplice gesto di cortesia. La cena proposta da Agnelli, da quel che si legge, ha tutti i crismi dell’imboscata, tesa ad un antico rivale che ora potrebbe tornare utile solo ai disegni bianconeri.

Facciamo le ipotesi possibili. Le elezioni sono elezioni, il mondo del pallone è popolato di squali che in faccia ti mostrano il sorriso più smagliante per tirare fuori le zanne nell’urna. Una bocciatura della candidatura Moratti esporrebbe la sua persona e indirettamente l’Inter ad una pessima figura in ambito nazionale ed Europeo. Moratti e la sua Inter hanno vinto tanto, troppo in quegli anni e Calciopoli non è mai finita. E per questo di nemici ne ha tanti e dovunque, come l’Inter del resto. Nemici invidiosi dei suoi e dei nostri successi, nemici ancora marchiati dal sigillo di Calciopoli, nemici della sua ricchezza economica ed umana, nemici della sua onestà, nemici suoi e nostri. Nemici che non esiterebbero a sprangarlo nel segreto dell’urna. Moratti e l’Inter possono permettersi una figura del genere? No, punto.

Seconda ipotesi. Moratti viene eletto presidente Figc. Lo stato del calcio italiano è tale che, nel breve medio periodo, qualsiasi presidenza potrebbe ambire solo a risultati di bassa lega. C’è nel calcio italiano la volontà di aprire le porte ad un rinnovamento completo, a far pulizia delle incrostazioni che si sono stratificate in anni di gestione i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti?

A nostro avviso chi risponde si sa di essere in malafede. Massimo Moratti, con la sua aurea di onestà, rappresenterebbe la classica foglia di fico messa a nascondere le macchie mai lavate in Italia, mentre il king maker lavorerebbe su altri scenari ben più importanti, ben più ricchi, per i quali ha bisogno di alleanze importanti. Nel frattempo ha pure una Champions da vincere, per eguagliare proprio il Triplete di Moratti che da 8 anni è causa di quotidiane generose razioni di ulcere dalle parti di Torino.

L’Ipotesi di un futuro superamento dei tornei nazionali con la creazione di un campionato europeo vero e proprio circola da tempo. L’Inter non avrebbe bisogno di avere Massimo Moratti presidente della Figc per parteciparvi. l’Inter il suo posto lo avrebbe garantito dalla sua storia passata, dal suo ranking attuale, dal suo fatturato attuale, dalla solidità della sua proprietà.

Ultima considerazione: Moratti è sempre stato, splendidamente e generosamente, uomo di parte, di parte nerazzurra naturalmente. Lui e la sua famiglia non hanno mai fatto parte dell’establishment che, fin dagli anni ‘60 ricordiamolo, gli/ci ha riservato trattamenti non proprio benevoli.

Cosa potrebbe aggiungere la presidenza della Figc alla figura di Moratti? Niente, avrebbe solo da perdere, viste le condizioni cui si accennava sopra. Dunque l’invito a Moratti è di andare a cena al McDonald’s stasera. Quando avrà voglia di una cena coi fiocchi e senza trappole faccia un fischio: un assaggio di ribollita, una fiorentina alta quattro dita, una bottiglia di Tignanello, cantuccini e vin santo su una splendida terrazza vista Chianti, offriamo noi Presidente. E a fine cena Pazza Inter amala a palla e chi non salta rossonero è…