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Mercato Inter: Parola d’ordine evitare avventure, abbiamo già dato con Joao Mario e Gabigol

Da queste pagine nei giorni scorsi abbiamo celebrato  l’impresa di Piero Ausilio. Portare a casa il tesoretto di plusvalenze per far felice l’UEFA e, al contempo, mantenere l’ossatura della rosa che ha conquistato il quarto posto nello scorso campionato. Anzi, rafforzandola, e non poco, con gli arrivi di Asamoah, De Vrji, Politano, Lautaro Martinez e il Ninja Nainggolan. E scusate se è poco.

Adesso davanti al DS nerazzurro ed al suo staff si apre uno scenario nuovo, di certo non meno impegnativo. Proseguire l’assemblaggio di una squadra in grado di competere in Italia ed in Europa. Nel campionato nostrano cercando di ridurre quanto più possibile il gap con Juventus e Roma. In Europa dando la scalata ad un Everest che vedrà l’Inter partire nella quarta fascia per una riconcorsa al secondo posto del girone dura da morire ma proprio per questo ancor più entusiasmante.

Spalletti-Ausilio, una coppia che nei mesi scorsi ha pure avuto qualche frizione, come nei migliori menage familiare, ma che ora pare aver ritrovato l’unità d’intenti di una testuggine militare di antica memoria. Miracoli di un quarto posto conquistato ad un amen dalla fine. Su questa strada, Spalletti ha le idee chiare: nessuna avventura, nessuna scommessa, solo giovani di enorme talento da far crescere alla svelta (leggasi Martinez e anche Politano) o gente già scafata, in grado di portare quel tasso di “cattiveria” sportiva e di leadership necessarie per dare l’assalto alle fortezze nazionali e continentali, come Asamoah ed i due ex della capitale.

La concretezza del mister di Certaldo è una garanzia anche per i tifosi, che ancora imprecano per gli errori marchiani commessi negli scorsi mercati. Le cifre enormi impiegate per portare in nerazzurro Joao Mario e Gabigol su tutti, ma anche Dalbert, alla luce dei fatti, gridano vendetta.

Quei bonifici rivelatisi utili come un frigorifero al polo nord, assumono oggi le vesti di ombre inquietanti sempre presenti, evidenti, impietose, a ricordare a tutti quanto facile sia dissipare un patrimonio.

Bando dunque a facili innamoramenti per gente che non è da Inter, bando alle suggestioni di nomi affascinanti anche solo per l’assonanza con campioni enormi del passato. Vietato non saper vedere, vietato non saper riconoscere pregi e difetti di chi possa calcare tra 40 giorni il manto nobile di San Siro. Soldi a palate non ce ne sono, dunque ogni euro speso dovrà portare il suo mattone alla causa.

Non è più tempo di avventure e non è più tempo di scommesse azzardate. E non è nemmeno tempo di comprare solo per valorizzare, quello è il ruolo di altri club, che non hanno nel loro Dna la vittoria. L’Inter è altro, gli interisti vogliono davvero tornare a riveder le stelle. Non sarà un compito facile quello di Spalletti e di Ausilio, ma ora il vento dell’entusiasmo soffia dalla loro parte. Guai a trasformarlo in bonaccia!