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Mauro Suma non morire, ti vogliamo così, ti vogliamo con noi

 

Spalletti sabato in conferenza aveva chiesto ai suoi ragazzi la maturità per entrare nella storia. Detto fatto. Viene il dubbio che il toscano luciferino sapesse già, avesse già visto. La storia si è fatta con lampo abbagliante, mentre la notte di San Siro esplodeva in un entusiasmo atomico, mentre i soliti rosi dal pessimismo scendevano anzitempo le rampe del Meazza. 

“Voglio morire in questo momento, voglio morire adesso, senza pietà” ha detto Mauro Suma in quell’istante che già di per sé sarebbe stato indimenticabile ma che lui stesso ha contribuito a rendere epico. Nessun pittore dell’interismo sarebbe riuscito meglio a raffigurare in così poche pennellate l’antitesi estrema tra estasi e angoscia, nessun cantore nerazzurro avrebbe saputo scrivere una strofa così drammaticamente bella.

Se la storia dell’Inter accoglie tra le sue pagine più appassionanti questo gol di Icardi , la memoria collettiva degli interisti fa largo nel proprio Pantheon di frasi celebri a queste parole di Mauro Suma. Vanno di diritto tra le top five, insieme al “la stiamo vincendo” dello stesso autore e al “mi hanno strappato l’anima” di Luciano Moggi, allo “zero tituli” di Mourinho e al “quando incontro un milanista e uno juventino…” di Beppino Prisco. 

Ma aspetta, non morire Mauro Suma (chiedendo umilmente scusa per il tu), non morire ancora, perché nonostante tutto il calcio ha ancora bisogno di personaggi come te. La tua ferita di ieri sera è la nostra ferita di mille altre volte, contro i rossoneri o altri avversari. Le nostre cicatrici rossonere si chiamano 6-0, si chiamano Abbiati che smanaccia la palla di Kallon che vale una finale di Champions. Il calcio ha bisogno di noi, di Suma

Non siamo morti noi e non morirai tu  perché il calcio ha ancora bisogno di gente come noi. Ora più che mai, mentre il pallone rotola tra asserite violenze sessuali e fatti di ndrangheta, tra suicidi e altre vicende poco edificanti, la passione che fa morire per un gol subìto deve tornare a prendere il sopravvento su tutto il resto.L’amore folle e incondizionato per i tuoi colori, per i nostri colori, quel mix di follia e sacrificio che ha fatto del Meazza ieri sera un tempio pagano del bello, con due curve affrescate come in un mosaico di antichi maestri, è l’unica vera scialuppa di salvataggio di questo mondo. Un mondo che tu e noi viviamo nella stessa maniera, autentica e disperata.

PS: Un grazie a Mauro Suma anche per avermi dato uno spunto, non banale spero, per il pezzo nr.2000 scritto per Inter Dipendenza. Il primo fu dopo il gol di Zapata al 97mo nel 2 a 2 nella stracittadina del 15 aprile 2017. 2000 volte Inter, da derby a derby.