Inter, tra Bastoni e #Suningout contano solo i fatti

di Mario Spolverini, pubblicato il: 06/06/2022

(Inter Bastoni) Sono bastate poche parole del procuratore di Bastoni per scatenare l’inferno nel mondo degli appassionati  nerazzurri. Parole peraltro banali, roba che gli agenti spifferano tre volte al giorno, prima e dopo i pasti. Il loro lavoro è quello, guadagnare per sè, far guadagnare i loro assistiti, far incazzare i tifosi.

Bastoni è giovane, fortissimo, esperienza internazionale già consolidata, aspettarsi gli appetiti dei top club su di lui è più che logico. Se il Tottenham avesse rivolto le sue attenzioni su Skriniar o su Brozovic, su Barella o Lautaro sarebbe stato lo stesso finimondo, il popolo nerazzurro li ha classificati (chi più chi meno) come “bandiere” quindi giù le mani da tutti.

Che le “bandiere” non esistano più lo dice la ragione, lo sanno anche i bambini ma in queste ore passione e  tifo prevalgono alla grande.

La debolezza della proprietà cinese, la dirigenza costretta ai salti mortali per coniugare sostenibilità economica e sportiva, lo scudetto strappato dalla maglia dalla concorrenza cittadina amplificano rabbia ed incertezza. Anche per questo il bisogno di larga parte del tifo interista di individuare e riconoscersi in uno o più giocatori simbolo aumenta in questi momenti in maniera esponenziale ed ogni voce di mercato al riguardo diventa un attentato al futuro della squadra e della società.

#Suningout alle stelle dunque. Come? Con chi? Quando?

Keep kalm e ragioniamoci su.

L’Inter è stata smantellata in questi giorni? No.

L’Inter ha già preso due giocatori di statura (Onana e Mkhiharyan), per la prossima stagione? Si.

Dybala e, Bremer, non propriamente due sconosciuti,  sono obbiettivi più che possibili ? Si.

E’ arrivata qualche offerta per acquistare la società nelle ultime settimane? No, a quanto è dato sapere.

Ergo quale sarebbe il motivo per incitare ai forconi  sotto la sede di Viale della Liberazione?

Uno solo, si chiama paura. La paura che il secondo mercato da chiudere in attivo comprometta le fondamenta di una squadra che avrebbe tutte le caratteristiche per competere in Italia e forse anche in Europa con 2/3 aggiustamenti.

La paura che Suning guardi esclusivamente agli interessi cinesi e non a quelli nerazzurri e che dunque i competitor più danarosi abbiano ormai capito che a Milano si vende chiunque. Magari non per due lire ma tutti

Paure più che giustificate, intendiamoci, altrimenti che interisti saremmo? Suning da due anni non sgancia un euro, la crisi economica e quella derivante dalla pandemia hanno colpito tutti ma in casa nerazzurra le cose si fanno in grande ed ecco quindi i diktat del governo cinese che impedisce ai suoi sudditi nuovi investimenti all’estero. Solo noi, solo noi, i paletti dei cinesi ce li abbiamo solo noi…

Marotta, Ausilio e Baccin sono dei fenomeni ma ipotizzare che riescano a portare a casa il saldo di mercato richiesto da Suning (60? 80? Quien sabe…) facendo il pieno di parametri zero e vendendo Pinamonti, Agoumè, Gagliardini e Satriano è perlomeno improbabile. Ergo vediamo a chi tocca tra i più amati.

Per far svanire queste paure servirebbe la bacchetta magica, se qualcuno la trova faccia uno squillo. Fino a quel momento i conti saranno da fare con la realtà dei fatti e dunque

  • con chi ha pompato circa 800 milioni in 5 anni nell’Inter ed oggi si attende come minimo di recuperare quanto investito come qualsiasi buon padre di famiglia
  • con la scarsa appetibilità di un brand di grande prestigio ma appesantito da debiti di antica provenienza e, soprattutto, dall’assenza di chiarezza sul nuovo stadio, asset fondamentale per programmare un cospicuo aumento dei ricavi che potrebbe alleviare la zavorra di bond, prestiti e bilanci in rosso

Continuare a sognare sceicchi e fondi megamiliardari  disposti a comprare e poi a fare follie sul mercato è lecito e pure piacevole, riscalda il cuore ma è poco verosimile ed anche poco utile alla salute. Una data c’è, il 2024 quando scadrà il bond finanziato da Oaktree. Se Suning onora il debito resta in sella altrimenti tutto passerà in mano al fondo statunitense. Salvo sconvolgimenti dalla Cina ad oggi imprevedibili fino ad allora la realtà dell’Inter resta questa, lacrime e sangue, cessioni anche prestigiose e parametri zero.

Facciamocene una ragione per vivere meglio.

 

 


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