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Inter come Juve e Napoli, troppo rumore per nulla

Manca solo che qualcuno chieda di restituire scudetto e seconda stella poi siamo al completo.
Dopo la sconfitta di Reggio Emilia i social traboccano di tifosi già scesi dal pullman di domenica sera per dedicarsi a masturbazioni mentali raffinate. L’amicizia tra Marotta e Carnevali è in tendenza, altri vagheggiano sconti sul pagamento di Frattesi, “vergogna” è l’epiteto più ricorrente.
Domanda: in questi amici nerazzurri prevale l’amarezza per la sconfitta o la rabbia per aver lasciato tre punti fondamentali in chiave salvezza al Sassuolo reo di essersi scansato due anni fa nell’ultima contro il Milan?
Accendiamo la seconda vero? Se l’Inter avesse perso ieri sera, mettiamo il caso, a Cagliari o a Lecce la frustrazione non sarebbe stata la stessa.

Ma quale vergogna?

Perdere non piace a nessuno ma creare una tragedia greca sette giorni dopo l’impresa più bella è esercizio di insano masochismo.
Quella parola “vergogna” sottintende del marcio o ben che vada di un disimpegno totale e voluto della squadra.
A chi la pensa così diremmo che è un problema suo,  di chi vive in un mondo assediato da complotti, intrighi, sotterfugi e fetenzie varie.
Gli consiglieremmo di valutare invece che dopo un anno condotto sull’orlo dell’adrenalina a mille e di pressioni micidiali, dopo uno scudetto agguantato nella domenica più bella e magari una settimana dedicata più a famiglia e birra che non agli allenamenti, un rilassamento è più che comprensibile.
E gli suggeriremmo anche di pensare che se lasci Sommer, Darmian, Dimarco, Barella, Calhanoglu e Thuram tutti insieme in panca magari la squadra, già scarica di suo, perde ancor di più geometrie, lucidità, gestione degli spazi.
Per il Sassuolo era partita da vita o morte, per i ragazzi di Inzaghi il primo match della stagione senza i cannoni puntati addosso, la prima occasione per dare (giustamente) spazio a chi aveva giocato meno. Spiace che sia finita così ma ci stava.

@finoalloscudetto

Quel che viene dopo lo scudetto e la stella serve solo per gli annali, i record vanno bene per riempire le pagine dei giornali e non le bacheche.
Una sconfitta, o anche più di una, avranno lo stesso effetto di un bicchierino (da ammazzacaffè) di benzina versato nel mare, una macchiolina insignificante dispersa dalla prima onda.
Esattamente quel che successe nel 2020 quando la Juventus ormai campione d’Italia perse contro Cagliari e Udinese e pareggiò con il Sassuolo stesso. O come il Napoli da favola dello scorso anno che arrivato sull’orlo del traguardo pareggiò con Salernitana e Udinese e perse a Monza.
Quella parola “vergogna” non appartiene all’Inter, soprattutto a questa Inter, e non dovrebbe appartenere ai tifosi nerazzurri, neanche dopo aver perso con il Sassuolo, il nostro smoking bianco era e bianco resta.
(PS: ovviamente non ci sono solo interisti masochisti. Potevano mancare gli juventini più famosi a parlare di sospetti e minchiate varie? Gente senza memoria, vadano a rivedersi le papere di Szczęsny e l’autogol di Gatti a Sassuolo di qualche mese fa. Un 4-2 per gli emiliani che ringraziano ancora…)