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Inter: anche mogli e fidanzate erano gelose di lui. E ne avevano motivo

Inter: Moratti presidente per sempre

(Inter Moratti) Per anni è stato uno degli uomini più amati d’Italia. Poi è diventato anche uno dei più odiati, il calcio italiano riesce a fare anche questi scherzi. Quando riprese l’Inter da Ernesto Pellegrini gli interisti iniziarono a sognare e a palpitare insieme a lui. Ci volle un po’ di tempo, più di quello necessario. La storia di Calciopoli spiegò poi il perché. Da quel momento juventini e dintorni ne fecero il loro bersaglio preferito, un simbolo del male.

Lì iniziò la sua rivincita. Nei cinque anni dopo Calciopoli, Massimo Moratti rinverdì la storia di papà Angelo e fece quello che il destino gli aveva riservato. Entrare nell’Olimpo del calcio con la striscia di scudetti coronata dal 2010, anno pazzesco per tutti, per chi lo visse dalla parte giusta e per chi lo subì.

Quel periodo magico

Chi non ha vissuto quel periodo non potrà capire cosa successe in quei mesi che vanno dal marzo al maggio 2010, diciamo dall’andata con il Chelsea alla finale del Bernabeu, campionato compreso ovviamente. Non era semplice passione sportiva quella che i tifosi riversavano sulla squadra e sul suo presidente. Era un legame di sangue che ritrovava la sua strada, era un amplesso dolce, prolungato che cresceva d’intensità via via che passavano le settimane.

Uno di quei periodi in cui l’Inter era un chiodo fisso, a qualunque ora del giorno e della notte. “Pensi più all’Inter e a Moratti che a me” : così si sentivano apostrofare dalle compagne milioni di tifosi nerazzurri in quelle settimane. A pensarci bene era vero, come è vero che in questa settimana tutto passa un po’ in second’ordine al pensiero di domenica prossima e della Lazio.

Riconoscenza e affetto

Nel giorno del suo 73mo compleanno, i tifosi nerazzurri non possono non ringraziare Moratti ancora una volta. Gli auguri a questo personaggio non possono e non devono essere un rito banale. Quello che ha dato lui all’Inter, in termini di affetto e materiali non è quantificabile, tanto meno dai soloni che oggi imprecano alle conseguenze economiche di quei trionfi ma che in quelle settimane brindavano, cantavano, esultavano insieme a lui. La riconoscenza è un sentimento da animi nobili, merce rara al giorno d’oggi.

Quello che Moratti ha offerto in dono al popolo nerazzurro in quel periodo vale immensamente più di ogni recriminazione odierna. Anche per questo nessuno smetterà di farci cantare “un Presidente, c’è solo un Presidente”…Buon compleanno Presidente Moratti.