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Inter, a tutto Zanetti: dal futuro di Lautaro fino alla Champions. E su Lukaku e Inzaghi…

Javier Zanetti

Inter, parla il vice-presidente Javier Zanetti. Intervistato dal quotidiano spagnolo Marca, il vice-presidente nerazzurro ed ex capitano, Javier Zanetti, ha risposto a svariate domande su vari temi, dalla Champions League fino al futuro di Lautaro Martinez. Ecco le parole dell’ex numero 4.

Sul premio Menarini ricevuto: “È un grande orgoglio che, dopo tanti anni nel calcio, mi venga riconosciuto anche quello che si può fare fuori dal campo. Penso che sia un premio molto prestigioso, con più di 25 anni di storia, vinto da grandi dello sport. Quindi sono molto orgoglioso”.

Sul suo ruolo da dirigente: “Innanzitutto, finito il mio percorso da calciatore, ho subito capito che dovevo prepararmi per la mia carriera da vicepresidente dell’Inter. Ho iniziato a studiare all’Università di Bucoli e lì ho iniziato la formazione per diventare vicepresidente dell’Inter. Ciò che più mi interessava è che non tutto si riferisce alla parte sportiva, e io posso essere un leader con una visione a 360º. Oggi la verità è che mi sento rispettato dalla UEFA, dalla Conmebol, faccio tante cose per l’Inter al di fuori dell’ambito sportivo e questo per me ha un grande valore”.

Sul momento dell’Inter: “Siamo contenti perché sono partiti giocatori importanti, che dobbiamo ringraziare per quello che hanno fatto difendendo la maglia dell’Inter, e sono arrivati nuovi giocatori con tanta voglia di fare e di poter fare cose importanti con la nostra società. Abbiamo iniziato il campionato vincendo tutte e tre le partite e dimostrando che l’Inter, oggi, è ancora una squadra competitiva”.

Sul provare a raggiungere di nuovo la finale di Champions: “Sarà difficile, ma la voglia di riprovarci non manca. Sappiamo che nel calcio tutto è possibile, ma dobbiamo andare passo dopo passo. Per prima cosa devi superare il gruppo, il che è molto importante”.

Sugli allenatori avuti in carriera: “Mi resta la capacità di Bielsa di tirare fuori il meglio di noi e di rendere la sua una squadra difficile da affrontare, e poi la sua umiltà e capacità di risvegliare in ogni giocatore lo spirito di cui parla sempre e la sua metodologia di lavoro. Con Mourinho mi è rimasta la capacità di convincere un gruppo di poter fare cose importanti, che anche se vincere la Serie A era l’obiettivo potevamo fare un altro passo, cioè vincere la Champions League, e finalmente ci siamo riusciti. Parliamo di un allenatore molto qualificato e con molta personalità”.

Sul rinnovo di Simone Inzaghi: “Stabilità. Conferma che Simone Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro. Con grande serenità e personalità ha continuato ad avere fiducia in quello che faceva e questo gli viene riconosciuto dandogli quella continuità che si è guadagnato e che merita”.

Sui giocatori volati in Arabia Saudita: “È difficile giudicare perché sono decisioni personali che bisogna prendere e si mettono in gioco tante cose. Nella mia carriera ho dovuto affrontare situazioni di questo tipo; in cui avrei potuto lasciare l’Inter per altri club importanti, ma nel mio caso la decisione finale pendeva sempre verso la società per come mi sentivo, nei suoi valori e nelle sue persone, e questo per me è più importante di qualsiasi numero. Ma questo non significa che andare in Arabia sia la cosa peggiore. Sono decisioni personali”.

Sulla decisione di non andare al Real Madrid: “Beh, non sono andato a Madrid per quello che ho detto prima. L’Inter stava attraversando un momento difficile e non potevo andarmene senza lasciare il segno. Volevo essere protagonista e, fin dal primo giorno in Italia, mi sono identificato nei valori del club. Ha sempre prevalso questo ed è per questo che ho trascorso tutta la mia carriera all’Inter”.

Sui derby di Champions vissuti da calciatore e da dirigente: “Quando sei in campo corri e cerchi di cambiare tu stesso il risultato. Essere in tribuna è molto difficile. Giocare il derby è molto particolare, è una situazione unica, una partita che tutti vogliono giocare, è sentita tantissimo in tutta la città. Quando ho perso nel 2003 è stata molto dura perché abbiamo pareggiato entrambe le partite e a causa della regola dei gol in trasferta siamo stati eliminati. L’anno scorso è stato diverso. L’Inter ha vinto entrambe le partite e penso che sia arrivata meritatamente alla finale di Champions League”.

Su Lautaro Martinez: “Sono stato io a trovare Lautaro e che oggi sia il capitano dell’Inter e si senta identificato con l’istituzione mi fa molto piacere. Lautaro trasmette tutto quello che significa una istituzione come l’Inter. È un attaccante che migliora ogni anno. Spero che il tuo futuro ti regali cose ancora più importanti”.

Sulla difficoltà di trattenere ancora Lautaro: “Io sono dell’idea che quando sei in un grande club come l’Inter è normale che tu abbia grandi giocatori ed è normale che altri club importanti li vogliano ingaggiare. Poi ci sono tanti fattori che fanno sì che il giocatore resti o vada”.

Su Lukaku: “Ci interessava che Lukaku rimanesse con noi. Poi sono successe cose che non ci aspettavamo e abbiamo deciso di uscire dalla trattativa e Lukaku ora è un giocatore di un altro club, fa parte del nostro passato e ora come società dobbiamo guardare al futuro”.

Sulla finale di Champions del 2010: “È stato incredibile. Dovevo vincere la Champions League in uno stadio storico. Quel giorno festeggiò 700 partite con l’Inter. Erano 45 anni che l’Inter non raggiungeva una finale di Champions League e io ho avuto l’onore di essere il capitano e il responsabile del sollevamento del trofeo. Portare la Champions League nella città di Milano è stato qualcosa di unico. Il Santiago Bernabéu sarà sempre uno stadio emblematico per me. Senza dubbio sarà uno dei migliori stadi del mondo”.

Sul campionato: “La vedo molto equilibrata perché vedo che tutte le squadre che hanno l’ambizione di vincere lo scudetto alla fine si sono rinforzate molto bene e vedo una Serie A molto equilibrata”.

Sull’Argentina campione del Mondo: “Mi sono sentito parte della squadra. Ho avuto la fortuna di trascorrere l’intero Mondiale con la mia famiglia e la verità è che è stata un’emozione unica. Quando abbiamo visto Messi sollevare il trofeo è stata una liberazione. L’Argentina era dietro la Coppa del Mondo da molto tempo. In breve, mi sono sentito molto orgoglioso che questi ragazzi ci abbiano finalmente resi campioni del mondo”.

Sulla favorita in Champions League: “Oggi il City ha una rosa molto completa. Sicuramente, essendo l’ultimo campione, ci riproverà. Ma non escludo mai le grandi squadre spagnole perché sono competizioni che loro conoscono molto bene e hanno la tradizione della Champions League”.

Sulle possibilità dell’Inter in Champions: “Quello che ci interessa di più è che l’Inter si sia guadagnata rispetto e rimanga competitiva, e spero che questo ci porti più in alto possibile. Ripetere una finale è sempre complicato, ma bisogna provarci”.

Sul girone: “La Real è un rivale che dobbiamo rispettare molto. Il calcio spagnolo è molto, molto competitivo e affrontare squadre spagnole è molto difficile, credo. Penso che il girone che affronteremo sia molto equilibrato”.

Sulla Real Sociedad: “Da quello che vedo e so del calcio spagnolo, sembra che la Real Sociedad sia una squadra molto difficile da battere. Ho molto rispetto per il calcio spagnolo”.